Vacanza a quattro zampe: un’estate (quasi) accessibile
Secondo una ricerca 1,8 milioni di persone lamentano servizi non sempre adeguati e mancanza di infrastrutture specifiche ma riscontrano anche una maggiore attenzione in Italia rispetto al passato.
Arriva l’estate, si parte. E, come ogni anno, chi ha animali domestici si pone il quesito: dove lasciarli o, ancora meglio, perché non portare anche loro in vacanza? Domanda legittima, anche se non è sempre così facile. L’undicesima edizione dell’Osservatorio Europcar – Stili di vacanza degli italiani, dedicata quest’anno al Turismo senza confini: i bisogni dell’accessibilità, evidenzia un aumento d’attenzione degli operatori turistici verso le esigenze dei proprietari di pet. Un’attenzione assolutamente motivata.
Per la prima volta nel nostro Paese, l’indagine sul turismo accessibile ha preso in considerazione non solo categorie come senior e persone con disabilità motorie e sensoriali ma anche, in linea con le direttive dell’Unione Europea, famiglie numerose con bambini piccoli e turisti che viaggiano appunto con animali domestici. Un insieme di 10 milioni di persone – il 16,4% delle famiglie italiane – che riscontrano poca attenzione da parte degli operatori turistici nei confronti delle categorie sopra citate. Di questi, ben il 50% è rappresentato da famiglie numerose o con bambini piccoli e dalle pet family.
Un target quest’ultimo da non sottovalutare dato che 1,8 milioni sono appunto turisti con animali al seguito alla ricerca di accessibilità per il proprio amico a quattro zampe. Se da una parte i dati emersi mettono in risalto una maggiore considerazione per gli animali da parte degli addetti al turismo (il 36% degli intervistati), dall’altra invece c’è chi lamenta una carenza di infrastrutture specifiche (21%). Non solo mancanza di servizi e strutture adeguate. Il 78% evidenzia anche atteggiamenti di incomprensione da parte degli operatori turistici sin dalla fase di organizzazione della vacanza. E, una volta giunti sul posto non sempre si trova ciò che si è prenotato. Negli ultimi anni, infatti, spesso le infrastrutture e i servizi per animali sono stati dichiarati nelle strutture ricettive ma poi si rivelano solamente nominali. Clienti sicuramente persi e introiti minori.
Una conseguenza da tenere in considerazione perché i dieci milioni di italiani che in vacanza riscontrano problemi di accessibilità rappresentano un esercito di turisti che, se trovassero servizi adeguati, genererebbero un impatto diretto sul PIL di 11.7 miliardi di Euro (0,74% di quello nazionale) e una spesa indiretta incluso l’indotto di 27,8 miliardi di Euro (1,75% del PIL) . Soddisfare le necessità d’accessibilità ha implicazioni economiche assolutamente notevoli dal momento che ben il 40% dei turisti con animali al seguito ritornano volentieri nel luogo di vacanza già visitato.
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