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Gattari da legare: I gusti sono gusti

Gli strani gusti dei giovani (gatti) d'oggi.

Gattari da legare: I gusti sono gusti

Tempo fa vi parlai della passione di una mia gatta per il lievito di birra. Visto che era un alimento utile alla salute del pelo, non mi sono preoccupata. I veri problemi sono iniziati un paio di giorni fa: forse per una minore voracità, i gatti non ingurgitano di tutto come i cani. Questo, almeno, era ciò che pensavo. Mentre ci trovavamo seduti in giardino, mangiando senza ritegno cioccolatini al limoncello, il mio compagno ha esclamato: “Mi stanno leccando i piedi!”. Stupita di un simile avvenimento, ho guardato in basso: c’erano due gattini alle prese coi suoi piedi, ma il motivo non era dato dall’affetto, bensì da una piccola pallina di cioccolato rotolata per terra.

Troppo grande per essere addentata, la pallina veniva leccata a turno dai due fratellini, che presto hanno richiamato l’attenzione di altri gatti. A questo punto, si è scatenata una zuffa tra mici tale da far impallidire una partita di calcetto tra dilettanti. Mentre dalla grossa palla di pelo spuntavano zampe minacciose, io cercavo di sottrarre la pallina, terrorizzata all’ipotesi di avere degli alcolisti felini: non credo che il limoncello possa rientrare nel novero degli alimenti consigliati per i gatti, e già mi vedevo denunciata all’Enpa.

Una volta sottratto il corpo del reato, pensavo di potermi godere con calma la cura del giardino. Ma solo perché non avevo fatto i conti col guano del concime. Appena hanno annusato i sottovasi, i pelosacci sono impazziti, seguendo le tracce fino al flacone, il cui collo è stato oggetto di leccate furiose prima che riuscissi a metterlo via. A quel punto, ho dovuto svuotare i sottovasi, coprire macchinosamente il terreno irrorato, ripulire gli schizzi.

Tutti i gatti erano fuori controllo, tanto che ho pensato di far rotolare per terra un cioccolatino al limoncello per calmarli. L’etichetta del prodotto riportava drammaticamente una serie di ingredienti chimici che mi hanno terrorizzata, costringendomi a marcare i gatti alla ricerca di un minimo sintomo di avvelenamento. In realtà, sono riusciti a dare al massimo una leccatina a testa, e solo al prodotto rimasto in quantità minime sulla bottiglia. Questo era ciò che mi ripetevo, almeno.

Sopravvissuti tutti senza danni, si sono calmati, dopo un po’. Ma solo fino a quando non ne ho trovati due che mordicchiavano una lumaca. Cosa mai vista in 25 anni di onorata carriera. Io non riesco a capire: ai miei tempi, i gatti ignoravano i rospi, si avvicinavano alle lumache una sola volta nella loro vita e mai più, non amavano gli alcolici e non leccavano la prima cosa che capitava loro a tiro. Cerco di variare la loro alimentazione, per quanto si possa variare la dieta di un felino, hanno mille giochi e distrazioni a disposizione, non ho fatto mancare nulla a nessuno! Dove ho sbagliato? Aveva ragione mammà: “quando avrai un figlio capirai”.

Foto | Flickr

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