Poesie sui cani: Eugenio Montale e il cagnetto Galiffa
Eugenio Montale in una sua poesia ci parla del cane Galiffa che gli faceva tante feste.
Di Eugenio Montale abbiamo apprezzato la poesia sul gatto sperduto. In tutta la galleria di animali che popola la poesia del Premio Nobel troviamo anche il cagnetto Galiffa “bastardino di lunghe orecchie” che, quando Montale era piccolo, gli caracollava incontro facendoli feste su feste. Il ricordo di molti di noi va agli amici pelosi che ci attendono a casa e che quando torniamo ci riempiono di feste, salti, scodinzolii a non finire. Una carezza sulla collottola è d’obbligo!
Nei miei primi anni abitavo al terzo piano
e dal fondo del viale di pitòsfori
il cagnetto Galiffa mi vedeva
e a grandi salti dalla scala a chiocciola
mi raggiungeva. Ora non ricordo
se morì in casa nostra e se fu seppellito
e dove e quando. Nella memoria resta
solo quel balzo e quel guaito né
molto di più rimane dei grandi amori
quando non siano disperazione e morte.
Ma questo non fu il caso del bastardino
di lunghe orecchie che portava un nome
inventato dal figlio del fattore
mio coetaneo e analfabeta, vivo
meno del cane, e strano, nella mia insonnia.
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