Peanut, il cane più brutto del mondo
Anche quest'anno negli USA si è tenuto il World's Ugliest Dog Contest 2014: un concorso che premia il cane più brutto (e che a noi piace poco).
Torna un concorso che mi piace poco e ha il suo vincitore. Il concorso è quello per il cane più brutto del mondo e a vincere l’edizione di quest’anno è Peanut, che viene dalla Carolina del Nord, per la precisione da Greenville. Il suo amico umano, Holly Chandler, spiega che l’aspetto di Peanut è in questo modo perché da cucciolo ha subito un’ustione.
Scopo di questo singolare concorso canino è quello di portare l’attenzione sugli animali vittime di abusi e maltrattamenti, situazione questa che avviene, purtroppo, a tutte le latitudini. Al vincitore vanno 1500 dollari (poco più di 1100 euro, al cambio odierno) che Holly Chandler utilizzerà per pagare i conti veterinari di altri cani meno fortunati.
Se l’intento del concorso (vale a dire sensibilizzare gli esseri umani sulle violenze a cui sono sottoposti i cani) è senza dubbio meritevole e se i soldi vinti dal cagnolino potranno essere di aiuto ad altri pelosi meno fortunati, l’idea in sé di un concorso per animali brutti mi piace poco, come dicevo in apertura di post (e, a scanso di equivoci, mi piacciono poco anche le varie gare e fiere che premiano il cane più bello/migliore/più rispondente ai criteri della razza).
Spesso i cani sono vittime di pregiudizi (pensate ai cani neri, per esempio, che, come abbiamo avuto modo di raccontarvi, trovano difficoltà a essere adottati proprio perché neri) e di prese in giro: ed è facile che le foto di Peanut e degli altri cani che per la vanità dei loro umani partecipano a un simile concorso siano utilizzate poi per inviare messaggi distorti. E poi, nel caso specifico di quest’anno, il vincitore è vittima di un’ustione: mi chiedo cosa succederebbe se si facesse un concorso simile per gli esseri umani, mettendo in bella mostra quanti, per via di un incidente, hanno un aspetto fisico diverso dagli altri.
La bruttezza, duole dirlo, è quella che abita nell’animo degli esseri umani che fanno del male agli animali non umani e se ne vantano anche. Del resto, ricordiamo le parole che Lord Byron scritte nell’epitaffio del suo amico cane:
Qui giacciono i resti di chi possedette bellezza senza vanità, forza senza insolenza, coraggio senza ferocia e tutte le virtù dell’uomo senza i suoi vizi.
Via | HP