Patentino per cani: intervista al sottosegretario Francesca Martini
Come uno scooter o l’automobile, chi ormai ha un cane è meglio che, quando viene fermato dal poliziotto o altro ufficiale in divisa, esibisca il patentino insieme al proprio documento, proprio come quando viene sottoposto agli altri controlli ed esibisce il libretto del veicolo che sta guidando. A prescindere dal fatto che questo patentino mette […]
Come uno scooter o l’automobile, chi ormai ha un cane è meglio che, quando viene fermato dal poliziotto o altro ufficiale in divisa, esibisca il patentino insieme al proprio documento, proprio come quando viene sottoposto agli altri controlli ed esibisce il libretto del veicolo che sta guidando. A prescindere dal fatto che questo patentino mette in chiaro una volta per tutte chi, almeno in famiglia, porta a spasso Fido a passeggio, è una sorta di documento che serve soprattutto a sottolineare un possesso responsabile del proprio animale. Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 25 gennaio, il Decreto Ministeriale 26 novembre 2009 fa il paio all’Ordinanza Ministeriale 2009, quella datata 3 marzo, che riguarda la tutela dell’incolumità pubblica dall’aggressione dei cani; “fortemente voluto” dal sottosegretario alla Salute Francesca Martini, insieme ai medici veterinari e alle associazioni di tutela degli animali, abbiamo intervistato proprio la Martini per saperne di più.
Scatta l’era dei nuovi percorsi formativi verso il possesso responsabile di Fido: ma questo patentino per cani, di cosa si tratta?
Con l’istituzione del cosiddetto “patentino” per i possessori di cani, che nel nostro paese sono milioni, ci troviamo in un momento davvero storico. La cosa che mi preme sottolineare è che i comuni, in collaborazione con le Asl, con l’Associazione dei medici veterinari, gli ordini e le associazioni avranno quindi l’onere e l’onore di costruire un percorso formativo per tutti i proprietari di cani che volontariamente intendano capire di più del linguaggio del loro animale, delle sue caratteristiche etologiche, di come migliorare anche la convivenza sociale degli altri cittadini con esso.
Il percorso si svolge solo su base volontaria?
Non solo. Esiste poi un percorso dedicato a coloro che hanno un cane con problematiche già dimostrare, un percorso che comprende anche l’osservazione da parte del medico veterinario comportamentalista. Questo comporta una revisione totale delle possibilità di quel cane di stare nella società in maniera corretta, quindi con una aggressività potenziale – propria di tutti i cani ma anche di tutti gli umani – perfettamente controllata e nella piena consapevolezza che oggi più che mai la responsabilità del proprietario è sia civile che penale.
Entrando a regime, i corsi mirano a raggiungere un possesso cosciente del proprio cane.
Chi possiede un cane “impegnativo” deve sapere che è fondamentale il pieno controllo del suo animale sia in ambito pubblico che domestico, perché purtroppo si è registrato che la maggior parte degli incidenti avvengono proprio in casa. Si tratta di un obiettivo di civiltà da cui non possiamo prescindere.
Il patentino mette ko la vecchia logica della demonizzazione di alcune razze che non ha evitato un solo episodio di morsicatura.
La fase di educazione è fondamentale, tanto che potranno partecipare a questi corsi anche gli aspiranti proprietari, ovvero coloro che desiderano acquistare un cane oppure – cosa che io auspico – prenderlo in un canile e vogliono informarsi su quelle che sono le caratteristiche dell’animale davvero molto importante riconoscere il cane come migliore amico dell’uomo ma anche come specie a parte che va rispettata nelle potenzialità di rischio che rappresenta.