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Parto nel cane: durata della gestazione, rottura delle acqua e come si svolge

Fasi della gravidanza del cane, quanto dura, cosa fare alla rottura delle acque, come avviene la perdita del tappo mucoso e il delicato momento del parto.

Parto nel cane: durata della gestazione, rottura delle acqua e come si svolge

Che ne dite se oggi andiamo a parlare di parto nel cane? Quanto dura la gravidanza nella cagna? Come ci possiamo accorgere della rottura delle acque? Ci sono esami da fare? Come si svolge il parto?

Argomento di interesse nazional popolare: il parto della cagna. Pochi sanno come funziona il ciclo riproduttivo della cagna, gravidanza e parto sono poi pressoché sconosciuti. Se avete una cagnolina e avete intenzione di farle fare una cucciolata, è bene sapere in anticipo come si svolgerà la gravidanza e il parto, in modo da sapere cosa fare, cosa non fare e quando c’è da preoccuparsi che qualcosa stia andando per il verso sbagliato.

Gravidanza nel cane: durata

Prima del parto, c’è la gestazione. Della riproduzione e del ciclo estrale della cagna abbiamo già parlato. Siamo riusciti a farla accoppiare, ma quanto dura la gravidanza? In media, per facilità si considerano 60 giorni, anche se c’è un range di tolleranza che varia dai 57 ai 63 giorni. Occhio ad una cosa però. Gli allevatori, per aumentare le probabilità che la cagna rimanga incinta, consigliano di farla accoppiare nel periodo fertile a giorni alterni per almeno tre volte. Questo però significa che, potenzialmente, potremo avere cuccioli della prima giornata e cuccioli dell’ultima giornata, in termini di età si tratta di una settimana di differenza. Questa settimana è molto importante a fine gravidanza: se la cagna partorisce troppo presto o si è costretti ad effettuare un taglio cesareo d’urgenza, avremo da una parte piccoli troppo grandi, quelli del primo accoppiamento accanto a piccoli troppo immaturi ancora, quelli dell’ultimo accoppiamento. Per sapere se una cagnolina è incinta non si fanno esami del sangue, a causa delle peculiarità del ciclo riproduttivo della cagna non sarebbe fattibile.

Gestazione: controlli ecografici

La diagnosi precoce di gravidanza avviene al 21-25esimo giorno con un’ecografia: prima non si vede nulla, quindi se la vostra cagnolina si è accoppiata due settimane fa non andate a chiedere al veterinario se è incinta perché con l’ecografia non può dirvelo. E anche tastandola se i feti sono molto piccoli diventa difficile stabilire se si tratti di un utero ispessito o di un inizio di gravidanza. Dal 21-25esimo giorno è possibile fare l’ecografia per capire se la cagnolina è incinta. Precisiamo subito che con l’ecografia è impossibile stabilire quanti cuccioli ci siano: con la sonda potresti vedere lo stesso cucciolo da tre angolazioni diversi e contarlo tre volte. Ve lo dico perché la prima domanda è sempre “Quanti cuccioli ci sono?” e la risposta è sempre la stessa “Con l’ecografia non si può dirlo”. Per sapere esattamente quanti cuccioli ci sono bisogna attendere il 45esimo giorni di gravidanza, quando si ha l’ossificazione delle ossa, fare una radiografia e contare così teste e colonne per sapere il numero esatto dei cuccioli. Visto che però di lì a 15 giorni la cagna partorirà, di solito non si fa la radiografia, a meno di non essere degli allevatori e aver bisogno del numero esatto per sapere quanti cuccioli potrà vendere. E’ importante fare controlli ecografici durante la gestazione del cane per controllare il ritmo di crescita dei cuccioli e la presenza di battito fetale. Troppo spesso si vedono cagnoline arriverà a fine gravidanza, senza nessun controllo, dover fare tagli cesarei di emergenza e scoprire che i feti erano morti da settimane. Magari si poteva evitare di arrivare a fine gravidanza con feti mummificati nell’utero, mettendo così a rischio anche la salute della cagna, facendo dei semplici controlli ecografici prima. Altrettanto importante è ricordarsi dal 45esimo giorno in poi di integrare l’alimentazione della cagna o con gli appositi integratori per la gravidanza o con crocchette Puppy per cani di piccola taglia (assolutamente non quelle per cani di grossa taglia), in modo da fornire il giusto apporto nutrizionale necessario anche poi all’allattamento senza dare grossi volumi di cibo che andrebbero a dilatare troppo lo stomaco, già compresso in poco spazio a causa della presenza dei cuccioli. Questo mangime va poi continuato anche durante l’allattamento.

Dalla gestazione al parto

Arriva il momento del parto. Avrete già provveduto a fornire di cuccia la cagnolina, lasciatele scegliere il posto che preferisce ed evitate negli ultimi giorni di premiarla con cibi strani o affini, ci manca solo di aver un cane in diarrea o blocco intestinale durante il parto!

Il primo segnale che il parto è imminente è la temperatura corporea della cagna che, nelle 24 ore che precedono il parto, si abbassa di un grado. Altro segnale, se avete portato il cane con regolarità a far monitorare dal veterinario, sarà la dilatazione della cervice, ma questo lo può controllare solo il vostro veterinario. Per comodità il parto della cagna viene distinto in tre fasi:

  • fase prodromica: dura in media dalle 6 alle 12 ore, ma nelle primipare anche di più. Cade la temperatura corporea, la cervice si dilata, avviene la perdita del tappo mucoso (anche nei giorni subito prima del parto, perdite biancastre appiccicose), la muscolatura dell’utero comincia a contrarsi. In questa fase la cagna è nervosa, si nasconde, scava, non mangia, potrebbe vomitare, la frequenza respiratoria aumenta. Occhio che in alcune cagne compaiono solo i tremori: spesso i proprietari non si accorgono che queste sono le prime avvisaglie del parto, pensano che sia normale e la cagna rischia di andare in sovra parto
  • fase espulsiva: la durata dipende dalla grandezza dei cuccioli, dall’intensità delle spinte della madre e dal numero di cuccioli presenti. Si va da poche ore a una giornata intera, immaginate una Labrador che deve partorire 10-12 cuccioli e capirete bene come le ci vada un po’ di tempo. La prima cosa che vedete è la rottura delle acque, ovvero la rottura del sacco allantoideo. Da questo momento potreste vedere uscire i cuccioli, ma se passano più di 2-3 ore dalla rottura delle acque e non si vede nessun cucciolo, contattate il veterinario perché potrebbe essere necessario un cesareo. Questo perché la rottura delle acque ha lo scopo di lubrificare il canale del parto e favorire l’espulsione dei piccoli. Se passano più di 3, massimo 4 ore dalla rottura delle acque, il liquido si secca, aumenta la frizione e i piccoli non riescono ad uscire. Se le contrazioni sono belle forti, le potete vedere come contrazioni dei muscoli addominali, la cagna gira su sé stessa, poi o si corica o si mette come se dovesse defecare. Ad ogni cucciolo che esce, deve seguire l’uscita della relativa placenta: controllate attentamente e avvisate il veterinario se nel conto manca qualche placenta. Di solito la madre provvede a rompere il sacco amniotico in cui il cucciolo è avvolto per leccarlo e farlo respirare. Se la madre è una primipara, ha paura e non lo fa, dovrete farlo voi: eliminate del tutto il sacco con le mani, legate il cordone ombelicale a un centimetro di distanza dall’addome, tagliate il cordone ombelicale e massaggiate delicatamente, ma con vigore il cucciolo, ripulendo bene naso e bocca in modo che possa respirare. Tenete poi a mente una cosa: i primi cuccioli escono abbastanza velocemente, si va dai 20 ai 60 minuti. Per gli ultimi passa più tempo, perché bisogna dargli il tempo di scendere dalle corna uterine. Se passano più di 4 ore, cominciate a contattare il veterinario. Se la madre invece va il suo lavoro, toglierà lei il sacco amniotico, leccherà con forza i cuccioli per farli respirare e con i denti taglierà il cordone ombelicale, mangiandosi la placenta. Lasciatela fare
  • fase della lochiazione: a questa fase, segue l’espulsione delle placente non espulse prima con tutti i residui del caso. La madre si mangia le placente, si tranquillizza e a questo punto contattate il veterinario. Se avete dubbi sul numero di placente o su eventuali cuccioli ritenuti, una radiografia o un’ecografia li fugheranno. Ricordate che l’utero dopo il parto ci metterà delle settimane a ritornare normali e durante questo periodo la cagna presenterà scolo vulvare rossastro, più solido all’inizio con anche coaguli perché l’utero deve ripulirsi dai residui

Bisogna preoccuparsi se…

Contattare il veterinario se si verifica uno dei seguenti casi, indicano che qualcosa sta andando male:

  • siamo arrivati al termine della gravidanza e apparentemente la cagna non dà segni di voler partorire (potrebbe aver avuto i tremori e il proprietario non averli notati, quindi magari è già in sovraparto)
  • se ha temperatura corporea alta, soprattutto a fine gravidanza: stiamo andando in sovra parto o c’è infezione da qualche parte
  • in qualsiasi momento della gravidanza o del parto compare scolo verdastro: rosso è normale (basta che non sia un’emorragia vera e propria, un conto è uno scolo rossastro, un conto un’emorragia), verde indica infezione dell’utero, dei feti, colonizzazione batterica
  • se la cagna inizia il parto, ma ha contrazioni deboli o assenti
  • se sono passate più di 3-4 ore dalla rottura delle acque
  • se passano troppe ore dalla nascita dell’ultimo cucciolo: un cucciolo potrebbe essersi incastrato con la schiena, essere troppo grosso e non passare nel canale del parto, in questi casi è richiesto un cesareo d’emergenza
  • se un cucciolo rimane incastrato nel canale del parto: in questi casi a volte una lieve manipolazione aiuta a estrarre il cucciolo, ma se non sapete cosa fare è meglio lasciar fare al veterinario. Se tirate troppo forte, rischiate di staccargli zampe o testa e non è una cosa bella
  • se la cagna dopo il parto continua a respirare troppo velocemente o ad ansimare in maniera eccessiva (rischio di infezioni, ipocalcemia, ipoglicemia)
  • qualsiasi cosa o comportamento non vi convinca

La dottoressa veterinaria Manuela risponderà volentieri ai vostri commenti o alle domande che vorrete farle direttamente per email o sulla pagina Facebook di Petsblog. Queste informazioni non sostituiscono in nessun caso una visita veterinaria.

Foto | nOthing

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