Petsblog Animali domestici Parodontite nel cane e nel gatto: cause, sintomi e terapia

Parodontite nel cane e nel gatto: cause, sintomi e terapia

Oggi andiamo a parlare di un problema molto diffuso nei nostri cani e gatti: la parodontite. Approfondiamo cause, sintomi, presentazione, diagnosi e terapia.

Parodontite nel cane e nel gatto: cause, sintomi e terapia

Parodontite nel cane e nel gatto, che cos’è? In generale con la parola parodontite si intende una serie di malattie della bocca comprendenti gengivite e parodontite. La maggior parte dei cani e dei gatti soffre di parodontite, chi in misura più grave, chi in forma più lieve. Di sicuro vi sarete accorti che c’è una predisposizione di taglia e di razza: le taglie piccole o i toy come Yorkshire, Shih-tzu, Maltesi, Pechinesi, Carlini tendono a sviluppare più problemi orali rispetto ai cani di grossa taglia. Le parodontiti si sviluppano quando i normali meccanismi di difesa della bocca (saliva, movimento di lingua e labbra, assenza di ferite, pulizia regolare dei denti) non funzionano generando una malattia cronica e progressiva.

Cause

Di sicuro la parodontite ha una base batterica: i batteri si accumulano sui denti, le gengive si infiammano e da qui il processo si estende a tutte le strutture del dente, passando così da gengivite a parodontite. Placca e tartaro contribuiscono notevolmente a questa patologia, ma fattori di rischio che concorrono allo sviluppo del problema sono anche la composizione della saliva, la malocclusione, la mancata caduta dei denti da latte, il fatto di respirare con la bocca nei cani brachicefali e infiammazioni croniche della bocca. Anche la dieta, il tipo di alimentazione e l’età contribuiscono al quadro di insieme.

Sintomi

La parodontite si classifica in base ai sintomi e alla presentazione del problema:

  • gengivite: abbiamo le gengive arrossate, il solco gengivale non è profondo, ma sanguina appena viene toccato. Non ci dovrebbe essere placca o tartaro
  • gengivite cronica: le gengive sono arrossate, il solco gengivale non è profondo, c’è sanguinamento appena sfiori la gengiva, ma in questo caso abbiamo la presenza di placca e tartaro. In questa fase il proprietario lamenta l’alitosi (anche definita come “alito che ti ammazza” o “alito che ti fa diventare biondo”)
  • parodontite moderata: se si arriva allo stadio di parodontite, la situazione è già grave. Si ha grave infiammazione delle gengive, il solco gengivale si approfondisce, la placca finisce sotto il solco e il tartaro può stare sia sopra che sotto la gengiva, i denti si muovono e la gengiva sanguina appena sfiorata, si ha danno da riassorbimento osseo
  • parodontite grave: si ha grave infiammazione delle gengive, il solco gengivale è molto profondo, placca e tartaro sono sia sopra che sotto la gengiva, i denti si muovono, il sanguinamento è notevole, c’è riassorbimento osseo grave

Diagnosi e terapia

La diagnosi viene emessa tramite anamnesi, visita clinica, indagine radiologica (serve per valutare il danno a livello della radice dell’osso e dell’osso mascellare e mandibolare) e valutazione dello stato della bocca. Talvolta è necessaria una sedazione per poter ispezionare bene la bocca, quindi in questo caso è possibile procedere a radiografie, ispezione e terapia nella stessa seduta.

La terapia si divide in diverse fasi. Abbiamo quella medica con antibiotici, sarebbe meglio effettuare un tampone con antibiogramma per stabilire quale sia la flora batterica responsabile dell’infezione in quel cane e somministrare antibiotici mirati. Diciamo subito che la terapia antibiotica in caso di parodontite del cane e del gatto non è risolutiva: si usa come profilassi in vista di un’estrazione dentaria o qualora la batteriemia possa predisporre all’insorgenza di endocarditi batteriche o altre malattie, è vero che finché prende l’antibiotico l’alito puzza di meno, ma non risolve il problema e appena si sospende l’antibiotico, tutto torna come prima. Idem dicasi per l’applicazione di appositi disinfettanti locali veterinari.

La terapia vera e propria riguarda il courettage della bocca, ovviamente il tutto deve essere concordato col proprietario e molto dipende per il follow up dal paziente. Infatti molto spesso si assiste a recidive del problema in quanto non sempre i nostri cani e gatti sono poi disposti a farsi lavare i denti con gli appositi prodotti. Quello che farà il veterinario è una detartrasi con strumentazione analoga a quella usata in umana, paziente ovviamente sedato per eliminare il tartaro, lucidatura del dente con le apposite paste ed eventualmente estrazione dei denti troppo danneggiati.

Per quanto riguarda la profilassi, ecco che bisognerebbe controllare la dieta del cane e del gatto per evitare alimenti troppo carichi di proteine, calcio e fosforo e con i pazienti collaborativi si potrebbe cercare di rimuovere la placca prima che diventi tartaro lavando i denti, ma sono pochi i cani e gatti che acconsentono a questa manovra.

La dottoressa veterinaria Manuela risponderà volentieri ai vostri commenti o alle domande che vorrete farle direttamente per email o sulla pagina Facebook di Petsblog. Queste informazioni non sostituiscono in nessun caso una visita veterinaria. Ricordiamo che Petsblog non fornisce in nessun caso e per nessun motivo nomi e/o dosaggi di farmaci.

Foto | gadl

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