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I parassiti intestinali più comuni nel gatto

Quali sono i parassiti intestinali del gatto più comuni? Andiamo a scoprirli insieme parlando di ciclo vitale, modalità di trasmissione, sintomi e terapia.

I parassiti intestinali più comuni nel gatto

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Parassiti intestinali gatto – Oggi andiamo a parlare di un argomento che interesserà molti proprietari, visto che le parassitosi intestinali nei gatti sono abbastanza diffuse. Andremo a vedere quali sono i parassiti intestinali più diffusi e come li contraggono i gatti. Diciamo in linea generale che se trattati per tempo non danno grossi problemi, se non diarrea. Questo ovviamente significa che se lascio il gatto con i parassiti intestinali per settimane senza cura, qualche danno alla sua salute lo farò di certo. Quindi se avete qualche dubbio, conviene fare un salto dal veterinario. E ricordatevi di portare un campione fresco di feci: come fa altrimenti il medico a capire di che tipo di parassita si tratta, se non ha materiale su cui lavorare? Ecco dunque una panoramica dei più diffusi parassiti intestinali nel gatto, per ognuno di essi provvederemo piano piano ad aggiungere una scheda più specifica con maggiori dettagli: qui ci sono le informazioni necessarie per capire di cosa il vostro veterinaria stia parlando.

Parassiti intestinali nel gatto: gli Ascaridi

Gli ascaridi sono elminti, nematodi, vermi tondi: infestano gatti adulti e quasi tutti i gattini li hanno (Toxacara cati e Toxascaris leonina) in quanto glieli trasmette la madre al momento del parto (a meno che la madre non sia sverminata prima dell’accoppiamento). Da adulti gli ascaridi si presentano come spaghetti biancastri lunghi e sottili eliminati di solito con le feci, ma quando sono presenti in gran numero possono essere anche vomitati. Normalmente i gatti si infestano ingerendo le feci o terriccio contaminato, però i gattini vengono infettati dalla madre. Negli adulti, infatti, gli ascaridi si incistano nella muscolatura e queste larve vengono rimesse in circolo durante la gravidanza, passano la barriera e infestano i gattini sin da piccoli.

I sintomi di ascaridosi sono:

  • diarrea
  • inappetenza
  • vomito
  • bronchite e polmonite
  • blocco intestinale
  • volvoli intestinali

I gomitoli di ascaridi presenti nell’intestino possono infatti causare blocco intestinale o anche lacerazioni intestinali, mentre la migrazione delle larve potrebbe causare danni ad altri organi e tossicosi sistemica. La diagnosi viene fatta o tramite rinvenimento delle uova negli esami delle feci o vedendo il verme adulto nelle feci o nel vomito. La terapia di sverminazione verrà prescritta dal veterinario in base allo stato di salute del gattino. Evitate il fai-da-te per non dare prodotti inutili o dannosi. Tecnicamente sono una zoonosi per l’uomo che si infesta ingerendo accidentalmente le uova disseminate nel terreno o toccando le feci a mani nude e mettendosi le mani sporche in bocca. In questo caso si parla di sindrome da larva migrans viscerale o oculare.

Parassiti intestinali nel gatto: gli Anchilostomi

Gli Anchilostomi e l’Uncinaria stenocephala sono di nuovo dei nematodi, vermi tondi che vivono nell’intestino del gatto. Di nuovo il gatto si infesta leccando feci infettate, ma esiste anche la sindrome da larva migrans: dopo che le uova si sono schiuse nel terreno, le larve possono penetrare attraverso la cute e le mucose.

Gli Anchilostomi sono particolarmente brutti perché possono causare, oltre alla solita diarrea, anche anemia. A causa della migrazione delle larve, potrebbe verificarsi anche polmonite o dermatite da larva migrante. Gli adulti vivono nell’intestino, qui si accoppiano e producono le uova che vengono liberate con le feci e che vanno ad infestare così il terreno, pronte ad essere ingerite da un nuovo ospite. Dopo sette giorni dall’espulsione, le uova schiudono e nascono le larve, responsabili della sindrome da larva migrans. Inoltre sono estremamente resistenti all’esterno. Come sintomi abbiamo:

  • diarrea
  • anemia
  • mancata crescita
  • dermatite cronica

La diagnosi viene fatta tramite il ritrovamento delle uova nell’esame delle feci a cui seguirà prescrizione di appositi vermifughi da parte del veterinario.

Parassiti intestinali nel gatto: gli Strongili

Ho inserito gli Strongili per un motivo: tecnicamente l’Aelurostrongylus abstrusus nella vita adulta vive nell’arteria polmonare del gatto e provoca noduli e lesioni che causano forme di polmonite gravi e mortali nel gatto. L’ho citato però perché la diagnosi viene fatta evidenziando le uova con un esame delle feci.

Il gatto si infesta ingerendo lumache o topi infetti. Le uova dopo essere state ingerite, schiudono, migrano attraverso la parete dell’intestino, arrivano nei vasi linfatici, vanno nel cuore destro e giungono nell’arteria polmonare, dove raggiungono la maturità. A questo punto iniziano a produrre larve che passano attraverso gli alveoli, risalgono l’albero respiratorio fino alla faringe, vengono deglutite e sono eliminate con le feci.

La diagnosi di Strongili nel gatto non è sempre così semplice in quanto le larve e le uova sono difficili da evidenziare tramite esame feci. Se un esame feci per arricchimento normale fosse negativo, ma si sospettasse comunque la presenza di Strongili per via dei sintomi polmonari del gatto allora bisogna effettuare un esame feci particolare che si chiama Baermann che permette di evidenziare più facilmente il parassita.

Parassiti intestinali nel gatto: la Tenia

Arriviamo alla tenia, si tratta di cestodi, vermi piatti. La tenia più diffusa nei nostri gatti è la Dipylidium caninum: il gatto la contrae ingerendo una pulce infestata dal parassita. Ecco perché quando viene diagnosticata la tenia, al gatto viene dato anche un antipulci oltre al vermifugo. E qui vorrei aprire una parentesi: spesso capita quando si diagnostica la tenia al gatto e si spiega che l’ha presa dalle pulci, che si verifichi una bizzarra reazione da parte del proprietario, “Il mio gatto non ha le pulci”. Ora, vorrei rassicurarvi che il veterinario quando dice che il gatto ha le pulci e la tenia non vi sta accusando di maltrattamento o di incuria, vi sta solamente facendo una diagnosi per instaurare una terapia. Non prendetela sul piano personale, non è il caso.

Torniamo alla nostra tenia. Il gatto si infesta mangiando una pulce ed ecco che potrebbero comparire i sintomi:

  • diarrea
  • dimagramento
  • aumento dell’appetito
  • vomito
  • prurito perianale
  • leccamento insistente della zona perianale

Ovviamente più la tenia rimane nell’intestino, più problemi darà al gatto. Per quanto riguarda la diagnosi di tenia, è spesso il proprietario che si accorge della sua presenza perché vede le proglottidi bianche attaccate al pelo intorno all’ano. Non si tratta come tutti pensano delle uova della tenia, bensì di sacchetti che contengono le uova. Appena emessi sono bianchi, grandi come chicchi di riso e si muovono, poi man mano che stanno lì diventano secchi e giallastri. Non stupitevi se un esame feci viene negativo anche in presenza di tenia: le proglottidi non vengono emesse con tutte le feci, per cui se hai la sfortuna di portare ad esaminare quelle dove non ce n’è, allora l’esito sarà un falso negativo.

Altri tipi di tenia o di cestodi che si possono riscontrare nel gatto (ma sono meno frequenti) sono:

  • Taenia crassicollis: la forma larvale intermedia la si trova nel fegato dei topi
  • Echinococcus multilocularis: ospiti intermedi sono i roditori selvatici, i ruminanti o accidentalmente l’uomo
  • Mesocestoidi: raro. Se il gatto ingerisce il primo ospite intermedio per errore, un artropode, si sviluppa la Tetrathyridiosi. Se ingerisce il secondo ospite intermedio (anfibi, rettili, uccelli e piccoli mammiferi) ecco che si sviluppa la malattia da Mesocestoidi
  • Taenia taeniaeformis: è la tenia Hydatigera, ospiti intermedi sono piccoli roditori e conigli
  • Taenia pisiformis: di solito è nei cani, ma possibile anche nel gatto. Ospiti intermedi sono i conigli

Parassiti intestinali nel gatto: la Giardia

La Giardia non è un verme, bensì un protozoo, un parassita microscopico, raramente visibile con i normali esami per flottazione ed arricchimento (a meno di non trovarne una presenza massiccia in feci freschissime), più spesso richiede un esame di laboratorio per ricercare gli anticorpi prodotti.

Anche qui cani e gatti si infestano ingerendo feci contaminate o leccando terriccio contaminato e i sintomi sono quelli classici:

  • diarrea intermittente
  • dimagramento

Siamo abituati a cercare la Giardia nel cane, ma anche nel gatto è più comune di quanto si pensi. Le oocisti della Giardia persistono a lungo nel terreno e nell’ambiente, quindi le reinfestazioni sono continue e frequenti (anche per autoleccamento della zona anale).

Parassiti intestinali nel gatto: i Coccidi

Ultimo parassita di cui parliamo sono i coccidi. Si tratta di parassiti endocellulari obbligati: in letteratura c’è scritto che negli adulti causano una diarrea autolimitante (anche se per sicurezza molti veterinari preferiscono trattarli anche in gatti adulti), ma che nei micini possono provocare diarrea emorragica anche fatale. Occhio che in alcuni casi, prima della diarrea emorragica, l’unico sintomo è un vomito aspecifico.

Il ciclo dei coccidi è alquanto singolare: è molto lungo, il che spiega il perché i farmaci più comunemente utilizzati vengono somministrati per lunghi periodi di tempo. Questo perché quando trovi le uova dei coccidi nell’esame delle feci, non sai mai a che punto del ciclo sei. Inoltre in teoria quando trovi le uova nelle feci, l’infestazione sta passando: questo significa che nelle prime fasi, quelle più pericolose potresti avere dei falsi negativi.

Altra peculiarità dei coccidi è che se compaiono, significa che il sistema immunitario del gatto è debilitato: ecco spiegato perché i gattini sono più a rischio. Infatti si presume che gli adulti non malati e non immunodepressi riescano da soli a sconfiggere i coccidi (ma un aiutino non fa mai male), mentre i micini che hanno un sistema immunitario più delicato non ce la fanno. Ed ecco spiegato perché in alcuni casi, anche gli adulti ci mettono settimane prima di debellarli: se il sistema immunitario non reagisce, la patologia si prolunga anche con le opportune terapie.

La dottoressa veterinaria Manuela risponderà volentieri ai vostri commenti o alle domande che vorrete farle direttamente per email o sulla pagina Facebook di Petsblog. Queste informazioni non sostituiscono in nessun caso una visita veterinaria. Ricordiamo che Petsblog non fornisce in nessun caso e per nessun motivo nomi e/o dosaggi di farmaci.

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