Papillomavirus nel gatto: cause, sintomi e terapia
Oggi parliamo di una malattia cutanea del gatto. Andiamo a vedere cause, sintomi, diagnosi e terapia del Papillomavirus.
Prima di parlare di Papillomavirus nel gatto, noti anche con l’acronimo di PV, andiamo a vedere di cosa si tratta. I Papillomavirus sono virus a DNA molto contagiosi, ma specie-specifici. Di solito provocano la formazione di neoformazioni nello strato corneo dell’epidermide. Vale la pena di sottolineare, poi, come la presenza del Papillomavirus nella cute di un gatto non comporti necessariamente lo sviluppo conseguente di lesioni della pelle.
Cause e sintomi
Come dicevamo, i Papillomavirus sono virus a DNA riscontrati sia nei felini selvatici che nei nostri gatti domestici. Di solito lo sviluppo di lesioni è associato alla contemporanea presenza di malattie che provocano immunodepressione, vedi per esempio gatti con FIV, anche se fra le due malattie non sembra esserci correlazione. Inoltre pare che i gatti Persiani siano maggiormente predisposti a sviluppare le lesioni dermiche.
Pur essendo di solito virus specie-specifici, i Papillomavirus che colpiscono i gatti pare che siano di origine sia felina che bovina. In generale le lesioni provocate dal PV felino causano placche virali, papillomi orali o cutanei, mentre il PV bovino pare che sia responsabile del fibropapilloma felino, noto anche come sarcoide felino.
Per quanto riguarda le placche virali sono lesioni cutanee piatte, a volte poco rilevate, desquamate: le si trova soprattutto su testa, collo, regione dorsale del torace, addome ventrale, estremità prossimali degli arti. Talvolta appaiono come macule pigmentate e tendono a crescere senza diventare enormi. La diagnosi può avvenire solamente tramite esame istologico. Qualcuno ha addirittura pensato che possa trattarsi di forme pre neoplastiche della malattia di Bowen o di un carcinoma squamocellulare in situ.
Passando invece ai papillomi orali, devo dire che sono rarissimi. Sono neoformazioni multiple che si sviluppano sulla parte ventrale della lingua. I papillomi cutanei sono invece peduncolati, cornei: si sviluppano nei gatti adulti ovunque. Talvolta in corso di papillomatosi si sviluppano dei corni cutanei a carico dei cuscinetti plantari, quindi se si hanno lesioni in questa zona la diagnosi differenziale è con la FeLV. Anche qui per la diagnosi di papillomatosi serve l’esame istologico per l’identificazione del virus.
Per quanto riguarda il sarcoide felino provocato da Papillomavirus bovino, i gatti malati presentano noduli su muso, orecchie, zampe, coda e talvolta in bocca. Difficile fare diagnosi differenziale con i tumori mesenchimali, serve l’istologico in questi casi.
Terapia
Prima di tutto bisogna considerare che in molti casi le lesioni cutanee da papillomatosi possono regredire da sole. Tuttavia, visto che non si può prevedere se evolveranno nella direzione della regressione o in quella di un’evoluzione neoplastica, ecco che di solito si preferisce trattarle. Ci sono diversi protocolli terapeutici: interferone, retinoidi, imiquimod (uso topico, ma si usa negli equini, mancano dati sui gatti).
Ottimi risultati pare che arrivino anche dalla laserterapia e dalla criochirurgia, soprattutto quando le lesioni sono molto estese, ma mettete in conto che serviranno diverse sedute. In caso di lesioni singole si può provvedere alla chirurgia, ma frequenti sono le recidive. La chirurgia si utilizza anche in caso di sarcoide felino, ma ricordate che anche qui le recidive sono altamente probabili.
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Foto | Organic2000