Papa Francesco e gli animali, la carezza al labrador
Per gli animalisti italiani ci sono davvero buone speranze che questo sia il Papa della svolta anche verso il rispetto degli animali. E durante la conferenza di sabato, lui accarezza il labrador guida di un giornalista non vedente.
Lo abbiamo anticipato qualche giorno fa, commentando la scelta di Papa Francesco di non indossare la mozzella di velluto rosso che solitamente è bordata di ermellino, lo ribadiamo oggi: questo Papa potrebbe avere anche una svolta animalista.
Il Vescovo di Roma, infatti, nell’udienza di venerdì, di saluto ai giornalisti di tutto il mondo, ha prima confermato che la scelta del nome è dovuta al frate di Assisi, san Francesco, e non ad ispirazioni gesuite, e quando ha accolto e salutato il giornalista non vedente Alessandro Forlani ha accarezzato il suo labrador guida con un sorriso.
Insomma, per gli animalisti italiani ci sono davvero buone speranze che questo sia il Papa della svolta anche verso il rispetto degli animali, e come afferma Fulvio Mamone Capria, presidente della Lipu, “Questo Papa potrà dare un segnale diverso sul tema del benessere degli animali. La scelta del nome può essere un’opportunità proprio per aumentare la sensibilità e il rispetto nei confronti degli animali e anche per lanciare un forte segnale verso tutti gli Stati affinché vengano recepite le direttive comunitarie, come la convenzione di Washington per la tutela degli animali in via d’estinzione, per contrastare i fenomeni di contrabbando, detenzione e commercio illegale a livello mondiale”. Inoltre, la speranza della Lipu è che il Vaticano intervenga per fermare le sagre e feste “soprattutto italiane, dove gli animali vengono utilizzati per giochi o violenze. Ma sarebbe anche importante bloccare l’importazione di avorio e altro materiale utilizzato per la realizzazione di Crocifissi e altre suppellettili, mettendo così a serio rischio alcune specie animali”.
Dello stesso avviso anche il presidente Lav, Gianluca Felicetti, che spera in Papa Francesco per lanciare un messaggio di salvezza verso gli agnellini che vengono sacrificati a Pasqua, un messaggio di “discontinuità” e di “compassione per tutti i viventi, animali compresi, facendo così della festa una Pasqua di resurrezione e quindi di vita”. Carla Rocchi, presidente dell’Enpa, invece, consegnerà al Pontefice le 20 mila firme raccolte per chiedere al Vaticano di rinunciare ad avorio ed ermellino (quest’ultimo già “sparito” almeno nei primi giorni di ponteficato).
Quindi siamo curiosi anche di vedere cosa farà Papa Francesco durante le sue prime visite a Castel Gandolfo, dove vi è una vera e propria fattoria, con api, galline, mucche (frisone italiane), volpi, falchi ed un tempo vi erano anche cinghiali e gazzelle (donate a Papa Pio XI da un delegato apostolico egiziano). Non mancano serre per ortofrutta e fiori, frutteti e un grande oliveto che produce l’olio extravergine di oliva per l’alimentazione papale.
Foto | Alberto Pizzoli/AFP/Getty Images