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Papa Francesco benedice i cani del canile Parrelli

Nel corso dell'udienza generale del 3 dicembre, papa Francesco benedirà sei cani del canile Parrelli. Ma quante violenze si compiono sugli animali nel nome della religione?

Papa Francesco benedice i cani del canile Parrelli

Nel corso dell’udienza generale di domani, 3 dicembre 2014, in piazza San Pietro, papa Francesco riceverà anche una delegazione della LAV (Lega Antivivisezione) che porterà con sé sei cani del tristemente famoso canile Parrelli di Roma in modo che possano essere benedetti dal papa.

Nel comunicare la notizia su Facebook, la LAV scrive:

L’amore e il rispetto per gli animali apre le porte del Paradiso. Nel XIII secolo Francesco d’Assisi dedicò una delle opere più belle della letteratura italiana alle Creature di Dio. Nel XXI secolo Papa Francesco, che di quel Santo porta il nome, parla con gioia del Paradiso anche per gli animali.

Si tratta senza dubbio di una notizia bella e interessante che dimostra l’attenzione di papa Francesco nei confronti degli animali, anche se personalmente avrei usato toni meno entusiasti. Mi trovo più d’accordo con quello che scrivono su Gallinae in fabula (progetto intellettuale animalista finalizzato alla divulgazione dell’antispecismo, e dei suoi principi, nelle società contemporanee)

Caro Papa Francesco. Vedi: se gli animali vanno davvero in paradiso, noi siamo molto contenti. Ma voi, invece, lo sapete cosa vi toccherebbe? Cominciate a correre adesso, accettate il consiglio.

Non si tratta qui di non voler vedere i gesti che si compiono, ma di sottolineare come non sia sufficiente sistemare tutto con una benedizione che, per quanto bella e importante soprattutto per chi crede, non copre certamente una verità incontestabile: le religioni, anche quella cattolica, hanno spesso rivestito un ruolo fondamentale nella catena di crudeltà nei confronti degli animali, relegandoli a un ruolo subalterno, a puro cibo sacrificale o a materia prima per vesti varie che vengono definite “sacre”. E sacre lo sono perché derivano da esseri viventi creati da Dio, non certo perché sono indossate da persone che si pongono come intermediarie tra Dio e gli uomini.

Ben venga la benedizione del papa e di altri suoi omologhi nelle varie religioni, a patto che sia nel senso etimologico della parola: iniziassero a dire bene degli animali non umani e a denunciare le atrocità che gli esseri umani compiono su di loro. A cominciare dalla varie sagre che pullulano in Italia in occasioni delle feste patronali.

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