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Cosa differenzia la dieta del gatto con pancreatite dall’alimentazione normale?
Quando si parla di pancreatite nel gatto, soprattutto di pancreatite acuta, è sempre difficile affrontare il discorso dieta ed alimentazione. Questo perché stiamo parlando della forma acuta, quella più grave e con le lesioni più importanti al pancreas, non della forma cronica. Il fatto è che la pancreatite del gatto è leggermente differente da quella del cane, quindi anche le indicazioni per la dieta sono un po’ diverse. In questi casi sorge la diatriba: digiuno sì o no? E se sì, per quanto? E se no, cosa dargli da mangiare? La risposta è solo apparentemente facile.
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Di base in caso di pancreatite la risposta generica sarebbe: teniamo l’animale a digiuno per 3-5 giorni per evitare di stimolare ulteriormente il pancreas. Mossa perfettamente logica, non fosse che il gatto che arriva in pancreatite molto probabilmente è già anoressico di suo e quindi tenerlo ulteriormente a digiuno potrebbe non servire a nulla. Anzi, tenerli ancora di più a digiuno potrebbe stimolare ancora di più la lipidosi epatica (che magari è già presente).
Alcuni studi suggeriscono che i gatti con pancreatite anoressici o dimagriti parecchio andrebbero nutriti tramite sonda da gastrostomia per l’alimentazione enterale, cosa però non consigliata in caso di vomito che non si riesce a bloccare o di ascite.
Nei casi di gatti con questo tipo di vomito, si passa alle sonde da digiunostomia o alla nutrizione parenterale totale. Si tratta, come capirete, di tecniche che richiedono una gestione perfetta, altrimenti si rischia di fare più danno che altro.
Parlando di pancreatite cronica con gatti che non vomitano come l’esorcista, la dieta più semplice da gestire in questi casi è quella commerciale apposita: è formulata in modo da non stimolare eccessivamente il pancreas, da garantire un corretto metabolismo e da coprire comunque i fabbisogni nutrizionali dei gatti, in virtù anche di tutti i danni al metabolismo e alla mucosa intestinale provocati secondariamente dalla pancreatite. I prodotti morbidi o liquidi per uso umano e veterinario andrebbero utilizzati con oculatezza perché tendono a contenere parecchi grassi e rallentano lo svuotamento dello stomaco. Inoltre i prodotti uso umano hanno poche proteine, sono carenti di arginina e, soprattutto, non hanno taurina, mandando così i gatti in carenza in poco tempo.
Discorso analogo per le proteine: bisogna evitare cibi troppo proteici per non sovraccaricare il pancreas, ma non è neanche pensabile una dieta senza proteine, non sarebbe fattibile.
In questi casi se si vuole una dieta casalinga per la pancreatite, bisognerà valutare con un veterinario nutrizionista se sia fattibile: il rischio del fai-da-te in questo caso è di far peggiorare rapidamente il gatto, peggiorando ulteriormente le sue condizioni corporee.
Queste informazioni non sostituiscono in nessun caso una visita veterinaria. Ricordiamo che Petsblog non fornisce in nessun caso e per nessun motivo nomi e/o dosaggi di farmaci.
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