Oleg Kulik e la sua arte di uomo-cane
.Chi ama l’arte conoscerà le performance di Oleg Kulik e la sua arte di uomo-cane, di cui proliferano su youtube una serie di video (oltre a questo che apre il post, un altro segue anche dopo il salto) dove l’artista, incarnando la figura anche di curatore e fondatore di un movimento politico per la salvaguardia […]
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Chi ama l’arte conoscerà le performance di Oleg Kulik e la sua arte di uomo-cane, di cui proliferano su youtube una serie di video (oltre a questo che apre il post, un altro segue anche dopo il salto) dove l’artista, incarnando la figura anche di curatore e fondatore di un movimento politico per la salvaguardia dell’ambiente e delle specie animali, si è fatto ritrarre nudo, mentre abbaia contro la folla, mentre viene condotto al guinzaglio per le strade di Rotterdam.
Ma in internet circolano anche filmati creati a tavolino per denunciare la crisi della società americana d’oggi, rappresentata da una finta cella dove lo scultore è rimasto rinchiuso per almeno due settimane. Comunque ora stiamo qui a parlare del russo Kilik perché a Milano, fino al 17 aprile, la Galleria Pack in Foro Buonaparte 60, ospita “Deep into Russia”. Le immagini esposte richiamano al sesso e a un suo trauma infantile, legato a quando fu costretto a vendere il suo cane Quilty, diventato il suo alter ego.
Spasmodicamente alla ricerca di raccontare quello che va oltre le apparenze e di stupire il mondo con concetti e pensieri gridati con metodi estremizzati, oggi Kulik contesta la definizione di uomo-cane che gli è stata attribuita per la sua abitudine nel fotografare o prendere le parti anche fisicamente dei cani; ma lui risponde che si mette a quattro zampe per cogliere “il profumo del mondo”.