Petsblog Animali domestici Mycoplasma haemofelis nel gatto: cause, sintomi e terapia dei micoplasmi emotropici

Mycoplasma haemofelis nel gatto: cause, sintomi e terapia dei micoplasmi emotropici

Ampliamo il discorso sull’emobartonella parlando del Mycoplasma haemofilis e dei micoplasmi emotropici in generale, vedendo cause, sintomi e terapia di questa malattia dei gatti.

Mycoplasma haemofelis nel gatto: cause, sintomi e terapia dei micoplasmi emotropici

Vi ricordate che un po’ di tempo fa avevamo parlato di emobartonella nel gatto? Ebbene, il discorso è un po’ più complicato, andiamo a vedere come. In linea generale per molto tempo si è pensato che l’anemia infettiva felina fosse provocata dall’Haemobartonella felis. Ebbene, adesso questo agente patogeno è stato rinominato come Mycoplasma haemofelis, però per complicare ulteriormente le cose non si parla più di un agente patogeno solo, bensì di un gruppo di agenti patogeni chiamati genericamente micoplasmi emotropici o emoplasmi. Si tratta comunque di batteri gram negativi che infettano i globuli rossi del sangue e che provocano anemia emolitica con febbre alta e ittero.

Cause

Esistono tre ceppi di Mycoplasma emotropico: M. Haemofelis, Candidatus M. haemominutum e Candidatus M. Turicensis. Il primo è quello più patogeno dei tre. La micoplasmosi felina o emoplasmosi viene trasmessa ai gatti tramite le pulci, le zecche e anche tramite le trasfusioni di sangue. La pulce Ctenocephalides felis e la zecca Rhipicehalus sanguineus rimangono comunque i principali vettori. Il periodo di incubazione varia dai 7 ai 15 giorni, anche se a volte si arriva anche alle 3-4 settimane. Esistono tre fasi della malattia:

  • acuta: fase dominata dall’anemia, abbiamo tantissimi parassiti in circolo, il gatto presenta sintomi gravi
  • recupero: i parassiti sono presenti nel sangue, ma in minor quantità, l’ematocrito risale
  • portatori: si trova ancora il parassita nel sangue, l’ematocrito oscilla e in caso di stress (somministrazione di cortisonici, gravidanza, tumori, infezioni) ecco che ci sono le ricadute

Ci sono poi dei fattori di rischio che predispongono allo sviluppo della malattia: anemia cronica, FeLV, FIV, ascessi da morsi, età inferiore ai 3 anni e gatti randagi.

Sintomi

Purtroppo i sintomi clinici della micoplasmosi felina sono assai variabili, a volte molto aspecifici:

  • abbattimento
  • anoressia
  • dimagramento
  • debolezza
  • mucose pallide
  • ittero
  • febbre (alta, nelle fasi acute)
  • epatosplenomegalia
  • linfoadenopatia generalizzata
  • anemia di tipo rigenerativo
  • anemia emolitica (emolisi intravascolare)

Questi sintomi sono molto più gravi se il gatto presenta una malattia concomitante. La diagnosi viene effettuata tramite esame del sangue.

Terapia

La terapia di elezione per il Mycoplasma haemofelis è la somministrazione di doxicilcina o di ossitetraciclina per almeno 21 giorni. I chinoloni, invece, non hanno la medesima efficacia della doxiciclina. Nei gatti molto anemici si associa alla doxiciclina l’uso del cortisone per diminuire l’emolisi intravascolare e le reazioni immunomediate. E ovviamente bisogna instaurare una terapia di supporto: quindi fluidoterapie, correzione degli squilibri elettrolitici e vitamine.

L’utilità dei corticosteroidi non è stata tuttavia dimostrata in studi randomizzati. Viene quindi raccomandato di utilizzare tali farmaci solo nei casi che mantengono alterazione gravi. Ricordatevi poi due cose fondamentali: proteggete sempre il vostro gatto da pulci e zecche e non portatelo a visita solo quando è in stadio terminale.

La dottoressa veterinaria Manuela risponderà volentieri ai vostri commenti o alle domande che vorrete farle direttamente per email o sulla pagina Facebook di Petsblog. Queste informazioni non sostituiscono in nessun caso una visita veterinaria. Ricordiamo che Petsblog non fornisce in nessun caso e per nessun motivo nomi e/o dosaggi di farmaci.

Foto | suetupling

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