Miele, cagnolotto biondo e dolcissimo
Oggi su ClickPet viene a salutarci Miele, biondissimo e dolcissimo. La sua umana – Silvana – ci racconta molte cosette su di lui e le cediamo volentieri la parola. Partiamo dal miglior pregio:Il mio cane è la compiuta dimostrazione di quanto sia vera la locuzione latina che recita: nomen omen – il destino nel nome. […]
Oggi su ClickPet viene a salutarci Miele, biondissimo e dolcissimo. La sua umana – Silvana – ci racconta molte cosette su di lui e le cediamo volentieri la parola. Partiamo dal miglior pregio:
Il mio cane è la compiuta dimostrazione di quanto sia vera la locuzione latina che recita: nomen omen – il destino nel nome. Lui infatti si chiama Miele e come il miele è biondo dolcissimo e appiccicoso. Fin da piccolo ha mostrato un carattere mite e accomodante, nessuna aggressività e la spiccata tendenza a fare l’ombra di me e del mio compagno, che ha scelto come suoi interlocutori preferiti di gioco, riposo e sonno. Presto infatti ha trasferito la sua cuccia sul nostro letto e accompagna i nostri momenti di relax (lettura, musica, tv) sdraiato a sbadigliare sulla “sua” poltrona in salotto con noi. Ma appena vede un movimento sospetto, come infilarsi una giacca, allacciarsi le scarpe, o sente il tintinnio delle chiavi, è già pronto davanti all’uscio con l’aria di chi dice: “Bene, si esce, vi accompagno. Dove volete andare da soli?”
E per quel che riguarda il peggior difetto? Eccolo:
L’unico vero neo del nostro amatissimo cagnetto è una caratteristica che è andato sviluppando nel corso della crescita e che ha perfezionato in seguito all’abitudine a stare sempre col naso a terra per “leccare” gli odori – per lo più ai feromoni – che altri cani lasciano per via. Dunque, dicevo, questa novità ormai ben sedimentata consiste nel fatto che quando decide di manifestare la sua dedizione e la gioia di averci vicini, accompagna le leccatine, che dispensa in abbondanza sopra ogni parte dei nostri corpi alla portata del suo musetto, con ampi e sonori sbadigli a fauci aperte. Questo comporta un’emissione di fiato che investe il malcapitato di turno e lo mette a serio rischio di avvelenamento, dato l’odore infernale dell’alito che mai ti aspetteresti da lui. Il mio compagno in particolare è l’oggetto preferito di questi vis a vis da cui mal si difende e da un po’ di tempo gli ha cambiato nome e lo chiama Arma letale.
Ovviamente non poteva mancare un episodio cult:
Da quando l’estate si è trasformata in autunno e ha cominciato a piovere Miele ha dimostrato una certa ostilità per il bagnato perché non vuole bagnarsi le zampe e quando si cerca di farlo uscire “chiede” di essere preso in braccio e da questa posizione elevata e asciutta guarda il mondo circostante con aria soddisfatta e appagata.
Concludendo: “Alitosi a parte lui è ancora per entrambi il cuccioletto che è piombato sulla nostra vita e l’ha avviluppata in modo – oserei dire – colloidale. Nomen omen, appunto”.
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