Cosa fare nel caso venga ritrovato un gatto dotato di microchip? In realtà la procedura è la medesima da seguire rispetto a quella del cane. Non ci sono ancora molti gatti microchippati: il fatto che la procedura sia su base volontaria e non obbligatoria come nel cane, fa sì che molti proprietari siano restii a spendere quei 20-30 euro necessari ad applicare il microchip al gatto. Il che è un vero peccato: se bazzicate le associazioni che aiutano nel recupero di animali vaganti, vi sarete resi conto di quanti gatti vengono trovati spersi in giro e quanti pochi di essi riescano a ritornare a casa.
E tutto perché non hanno il microchip: se il proprietario avesse provveduto a farlo applicare, ora quel gatto sarebbe tornato a casa sua. E invece si ritrova, magari, in gattile o in casa di qualcun altro.
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Se si trova un gatto vagante, che sia ferito o meno e lo si porta dal veterinario, questi procederà con la lettura del microchip. Se salta fuori che il gatto ha il microchip, ecco che si attiva la stessa procedura del ritrovamento cani randagi:
Tutto questo, però, presuppone che:
Nel caso voleste far applicare il microchip al vostro gatto in modo da essere sicuri di ritrovarlo nel caso si perda (e non avete idea di quanti gatti che “No, il microchip non glielo metto perché tanto non esce mai di casa” si perdano 5 minuti dopo per quella porta o finestra lasciata aperta per disattenzione), chiedete al vostro veterinario: se autorizzato all’applicazione del microchip, provvederà a inserirlo al costo di una visita.
Queste informazioni non sostituiscono in nessun caso una visita veterinaria. Ricordiamo che Petsblog non fornisce in nessun caso e per nessun motivo nomi e/o dosaggi di farmaci.
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