Mediterraneo: tartarughe marine tutelate grazie a droni e app
Per salvare le tartarughe del mediterraneo saranno impiegate sempre nuove tecnologie. Ecco tutte le novità.
Prende il via il nuovo progetto per salvare le tartarughe marine del Mediterraneo. Il nuovo degli scienziati del ‘Life Medturtles‘ si concretizzerà nell’impiego di strumenti e droni per tracciare gli spostamenti delle tartarughe e in molti altri progetti. In particolar modo ci si impegnerà per salvaguardare la tartaruga comune (la Caretta caretta), e la tartaruga verde, la Chelonia mydas, entrambe considerate a rischio.
Il progetto, finanziato dall’Unione Europea, riguarderà Albania, Italia, Spagna, Tunisia e Turchia, e si porrà l’obiettivo di salvare queste due particolari specie di tartarughe:
Queste due specie, soprattutto durante il periodo giovanile, frequentano l’intero bacino del Mediterraneo compiendo tragitti estremamente variabili che le espongono a grandi rischi, in primo luogo la pesca.
Le iniziative per proteggere le tartarughe marine
Nell’ambito del nuovo progetto saranno dunque messe in atto diverse azioni, a cominciare dall’identificazione dei siti di nidificazione in Spagna e in Albania (in modo da difendere le uova dai predatori naturali, dalle inondazioni e dall’azione dannosa dell’uomo). Gli esperti coinvolgeranno inoltre i pescatori di Spagna, Italia, Tunisia, Turchia e Albania, che saranno forniti di attrezzature da pesca innovative, volte a ridurre il rischio di catture accidentali, e riceveranno istruzioni su come comportarsi di fronte a una tartaruga marina eventualmente catturata per errore.
Gli esperti avvieranno anche una campagna di sensibilizzazione per evitare l’abbandono di pezzi di attrezzature da pesca in mare, in modo da ridurre ulteriormente i rischi non solo per le tartarughe, ma anche per tutti gli altri animali che vivono nel Mediterraneo.
Saranno infine impiegati dei droni (per eseguire delle ricognizioni aeree), un’apposita applicazione per segnalare eventuali avvistamenti, e 100 tartarughe saranno munite di trasmettitori satellitari in modo da riuscire a tracciare i loro spostamenti nel Mediterraneo.
via | Ansa
Foto da Pixabay