Medio Oriente: sergente cerca di portare un gatto negli Stati Uniti
Un sergente USA sta cercando di portare il gatto ferito di cui si è presa cura dal Medio Oriente negli Stati Uniti.
Questa bella storia arriva dal Medio Oriente. Un sergente degli Stati Uniti sta cercando di portare il gatto ferito di cui si era presa cura negli USA. Il sergente si chiama Rode e aveva curato un gatto randagio di nome Bubba mentre si trovava in missione in Medio Oriente. Adesso ha deciso di adottarlo e di portarlo con sé a casa, però la cosa non è facile come sembra: ci sono delle procedure da espletare e dei costi da sostenere non proprio indifferenti.
La storia del gatto Bubba, dal Medio Oriente agli USA
Quando Rode e Bubba si erano incontrati la prima volta, il gattone era ferito e impaurito, tanto da non farsi avvicinare da nessuno. Tuttavia Rode aveva capito sin da subito che Bubba aveva bisogno di aiuto e, piano piano, lo aveva fatto avvicinare a sé con il cibo. Alla fine Bubba ha capito che quell’umana non voleva farle del male, permettendo così alla donna non solo di medicarlo, ma anche di farsi fare le coccole.
Inutile a dirsi che i due, in breve tempo, erano diventati inseparabili. Purtroppo ad un certo punto a Rode è stato ordinato di tornare a casa. Una notizia che l’ha distrutta perché Bubba la salutava tutte le volte che la vedeva e faceva delle gran fusa quando veniva coccolato. Rode non può sopportare di stare un altro giorno senza Bubba: lui è diventato un compagno meraviglioso, si fida di lei e per questo ha deciso di non deluderlo.
Per poter adottare Bubba e farlo portare negli Stati Uniti, Rode ha chiesto e ottenuto l’aiuto di Paws of War. Si tratta di un’organizzazione che aiuta i soldati attivi, quelli in pensione, i disabili e i loro animali.
Dereck Cartright, un veterano e coordinatore dell’organizzazione negli Stati Uniti, ha spiegato che non si può non amare questa storia. Per questo motivo è stata organizzata un’apposita raccolta fondi. Nell’attesa, stanno facendo tutti i documenti necessari per far avere a Bubba la “green card” che gli permetterà di volare verso la sua amica umana. La quale non aspetta altro che di riabbracciarlo.
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Via | La Stampa