L’UE intende deferire l’Italia per le leggi sui test con animali
Guai per il nostro Paese, in ritardo su una direttiva europea in favore degli animali.
Centocinquantamila euro. Questa è la cifra che l’Italia dovrà sborsare, ogni singolo giorno, all’Unione Europea. Per cosa? Semplice: la mancata ricezione delle nuove direttive dell’Unione in fatto di sperimentazione scientifica sugli animali.
Facciamo un passo indietro per capire bene cosa succede e perchè siamo arrivati a questo punto. L’Italia è, ad oggi, l’unico paese dell’Ue a non aver ancora messo in atto la direttiva numero 63 del settembre 2010. Una norma sulla protezione degli animali utilizzati a scopi scientifici adottata dall’UE dopo un iter legislativo durato diversi anni.
Il termine per la sua introduzione nei libri del diritto nazionale era stata stabilita per novembre 2012 e il primo gennaio 2013 è scaduto il termine ultimo per la sua applicazione. Indovinate un po’ il nostro parlamento a che punto è? esatto: in ampio ritardo. La questione è già passata alla Camera ma è rimasta bloccata in Senato dove ci sono da una parte dei senatori come la Brambilla, che si battono per la tutela degli animali, dall’altra dei senatori che hanno interessi differenti a riguardo (e, personalmente, ho qualche piccola idea sui motivi).
Intanto, quando la procedura di infrazione sarà definitiva, la cifra di 150.000 € giornalieri passerà dalle nostre casse in quelle della UE (e indovinate chi sarà davvero a pagare!). Non finisce qui, purtroppo. Una nuova tegola si abbatterà sul nostro Paese a causa della famosa “caccia in deroga”. L’Italia sarà “sorvegliata speciale” dall’UE per aver troppe volte violato le norme sulla caccia di specie protette.
Via | Corriere.it
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