Lipidosi epatica cavia: causa, sintomi e terapia
Non solo i gatti, la lipidosi epatica da digiuno è frequente anche nelle cavie e nei conigli anoressici. Andiamo a vedere i sintomi.
Quando si parla di lipidosi epatica, viene sempre in mente la lipidosi epatica felina. Tuttavia non è l’unica specie in cui questa patologia può manifestarsi: molto spesso anche nelle cavie (e nei conigli) si hanno forme di lipidosi epatica. La lipidosi epatica nella cavia è provocata da un accumulo eccessivo e anomalo di trigliceridi nel fegato. Questi trigliceridi interferiscono con le cellule epatiche e ne impediscono il corretto funzionamento. In questo modo la lipidosi diventa una grave complicanza di un altro problema. Ma perché le cavie sviluppano lipidosi epatica? E come curarle?
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Lipidosi epatica nelle cavie: cause e sintomi
Come nei gatti, sono due i fattori predisponenti che portano una cavia a sviluppare lipidosi epatica:
- digiuno prolungato (che per una cavia o un coniglio vuol dire anche solo 12-24 ore)
- obesità
Nel fegato normale c’è un certo contenuto di grassi, ma in quantità limitata. Quando questi si accumulano, ecco che il fegato non riesce più a funzionare correttamente. Ma perché i trigliceridi finiscono con l’accumularsi nel fegato della cavia?
Una cavia obesa, sottoposta allo stress di una malattia con annesso digiuno prolungato, ecco che ha un alto rischio di mobilizzare i grassi periferici, con i trigliceridi in eccesso prodotti che vanno ad accumularsi nel fegato. Soprattutto in condizioni di digiuno, l’attivià della lipoprotein-lipasi (promuove la captazione dei grassi) tende a diminuire, ma aumenta quella della lipasi ormono-sensibile, la quale promuove la lipolisi. Anche noradrenalina, adrenalna, GH, glucagone, corticosteroidi e tiroxina tendono ad aumentare l’attività della lipasi ormono-sensibile.
Questo significa accumulo di grassi a livello delle cellule epatiche. Soprattutto quando l’organismo è costretto a mobilizzare i grassi per ottenere energia in caso di digiuno e mancato apporto di energia con la dieta.
Aggiungiamoci poi interazioni fra acidi grassi e carnitina, carenza di glutatione e di vitamina B12 ed ecco che la cavia sviluppa lipidosi epatica. E la lipidosi epatica peggiorerà l’anoressia, il dimagrimento, la debolezza, la disidratazione e la letargia della cavia, già fiaccata dalla malattia che ha provocato primariamente l’anoressia.
Steatosi epatica nella cavia: diagnosi e terapia
Ecograficamente in una cavia con steatosi epatica si vedrà un fegato aumentato di volume e iperecogeno, infarcito di grasso. La terapia sarà volta a correggere la causa primaria dell’anoressia. Ma nell’attesa che questo venga fatto bisognerà idratare la cavia, fornirle epatoprotettori, vitamine soprattutto del gruppo B e partire con una nutrizione forzata. Se infatti continua a non mangiare, la malattia peggiorerà sempre di più.
Queste informazioni non sostituiscono in nessun caso una visita veterinaria. Ricordiamo che Petsblog non fornisce in nessun caso e per nessun motivo nomi e/o dosaggi di farmaci.
Foto di Livia Novakova da Pixabay