Petsblog Cani Leishmaniosi canina: cause, sintomi, diagnosi, terapia e prevenzione

Leishmaniosi canina: cause, sintomi, diagnosi, terapia e prevenzione

Leishmaniosi nel cane: cause, sintomi, diagnosi, terapia e prevenzione

Leishmaniosi canina: cause, sintomi, diagnosi, terapia e prevenzione

Parliamo oggi di Leishmaniosi canina, andando a dare uno sguardo a cause, modalità di trasmissione, sintomi, diagnosi, terapia e prevenzione. Si tratta di una malattia pericolosa in tarda primavera, in estate e in autunno, tipica del cane, anche se sono stati descritti in letteratura casi di dermatite da Leishmania nei gatti.

Si tratta di una zoonosi, ma state tranquilli: non la si contrae accarezzando un cane malato, ma è lo stesso pappatacio che punge il cane che ce la trasmette se punge noi al posto del nostro pet. Andiamo dunque a conoscere meglio questa malattia.

Cause e modalità di trasmissione

Pappatacio flebotomo Leishmania

La causa della Leishmaniosi è un parassita appartenente alla classe dei protozoi, Leishmania infantum. Colpisce solitamente i cani, i quali rappresentano il serbatoio della malattia, l’uomo (soprattutto se immunodepresso, altrimenti nelle zone endemiche saremmo tutti malati) e raramente il gatto.

Per quanto riguarda la modalità di trasmissione principale, in Italia e in Europa è il Phlebotomus papatasi, il pappatacio piccolo, giallo e peloso che d’estate ci punge e ci fa venire dei ponfi allergici terribili. Senza questo vettore, la malattia non può essere trasmessa, anche se in teoria una madre infetta potrebbe trasmettere la patologia ai cuccioli. Il flebotomo è attivo da maggio a ottobre, in pratica quando la temperatura giornaliera si attesta sui 19 gradi tutto il giorno e tende a pungere di più al tramonto.

Per quanto riguarda il ciclo vitale del parassita, vale la pena darci uno sguardo, per capire meglio questa complessa patologia. Partiamo dal flebotomo: punge un cane portatore, prende la Leishmania, la trasporta, va a pungere un altro cane e gli trasmette la patologia. A questo punto non è che si scatena subito la malattia: la leishmaniosi ha potenzialmente un tempo di incubazione lunghissimo, può andare dai sei mesi a due anni. Se ci sono infezioni in cuccioli al di sotto dell’anno di età è verosimile pensare a un’infezione transplacentare: ecco perché si consiglia di non far accoppiare cani malati.

Sintomi

Il cane con leishmaniosi può rimanere asintomatico per parecchio tempo. Quando le sue difese immunitarie si abbassano, ecco che la malattia prende il sopravvento. Il guaio della leishmaniosi è che ha tantissimi sintomi, la sua presentazione è quanto meno variabile e non sempre il proprietario si accorge in tempo che il cane è malato. Questo succede soprattutto nelle zone dove non è endemica, mentre in quelle dove è largamente diffusa (zone costiere per esempio) i proprietari sono più attenti al problema. Inoltre sono molte le manifestazioni atipiche, per cui la diagnosi spesso è tardiva.

I sintomi più comuni di leishmaniosi nel cane sono:

  • dermatite secca esfoliativa con forfora
  • perdita di pelo. L’alopecia inizia intorno agli occhi, il cane assume un aspetto vecchio e malato
  • orecchie ispessite, sanguinolente a causa delle ulcere
  • aumento di volume dei linfonodi
  • splenomegalia
  • formazione di noduli cutanei
  • crescita anomale ed eccessiva delle unghie, nota come onicogrifosi
  • uveite
  • anemia, trombocitopenia (il che provoca spessp epistassi)
  • dimagrimento con cachessia e diminuzione delle masse muscolari
  • dolori articolari
  • insufficienza renale
  • vomito, diarrea (raramente)

Ovvio che tutti questi sintomi non sono presenti contemporaneamente sul cane. Se un cane con forfora, perdita di pelo intorno agli occhi, dermatite, onicogrifosi, linfonodi aumentati di volume ha scritto in faccia che ha la Leishmania, se si presenta un cane che come sintomi ha solo la diarrea, è difficile immaginare che sia questa la patologia in questione.

Diagnosi

Leishmania

La diagnosi di Leishmania viene fatta tramite la visita clinica e appositi esami del sangue. Un profilo generale di base serve a valutare il grado di anemia e trombocitopenia e la funzionalità renale ed epatica. L’elettroforesi proteica indica lo stadio della patologia, mentre esistono dei test sierologici che valutano la presenza o meno di Leishmania nell’organismo. Occhio però ai falsi negativi: se il cane non ha abbastanza leishmanie in circolo, pur avendo la patologia, il titolo anticorpale magari sarà negativo, costringendoti a ripetere più volte il test. Oppure se il cane ha assunto del cortisone, il test verrà negativo, così come durante la fase di incubazione. Per avere la certezza si può ricorrere alla PCR, un esame che è in grado anche in presenza di pochissime leishmanie di evidenziarle.

Terapia e cura

La leishmaniosi è una malattia curabile, ma non guaribile. Significa in pratica che possiamo tenere i sintomi sotto controllo, ma che non riusciremo ad uccidere tutte le leishmanie presenti nel corpo perché queste vanno a nascondersi nei linfonodi, pronte ad essere riattivate in caso di immunodepressione.

Esistono due farmaci per la terapia della leishmaniosi:

  • antimoniato di metil-glucamina: il Glucantime, il farmaco più vecchio. E’ iniettabile, ogni veterinario segue il proprio protocollo terapeutico, ma in linea generale si tratta di un farmaco che brucia nella sede di inoculo e che è piuttosto pesante per il rene. Questo significa che se il cane ha già un’insufficienza renale da leishmaniosi, andrebbe scartato come prima opzione terapeutica, anche se molti proprietari lo preferiscono a causa dei suoi costi contenuti
  • miltefosina: il Milteforan, l’ultimo uscito. Si tratta di una sospensione orale, farmaco di prima scelta soprattutto in caso di insufficienza renale o di cani molto anziani o defedati. Il problema è che ha un costo notevole e va maneggiato con cura

A questi due farmaci viene sempre associato l’Allopurinolo, per un periodo di almeno sei mesi. La terapia è lunga, va adattata a seconda dello stato di salute del cane e mettete in conto durante i primi giorni un paradossale peggioramento dei sintomi, provocato dal fatto che appena i farmaci fanno effetto, le leishmanie muoiono e se ce n’erano parecchie, l’organismo ne risente.

Prevenzione e profilassi

Prevenire è meglio che curare. Ecco dunque cosa fare:

  • applicare gli appositi antiparassitari repellenti prescritti dal vostro veterinario durante tutto il periodo in cui i flebotomi sono infettanti. Non pensiate che il vostro cane sia al sicuro perché vive sempre in casa: a parte che un cane la passeggiata quotidiana dovrebbe farla, i pappataci entrano in casa e pungono lo stesso. Occhio che non tutti gli antiparassitari esterni hanno effetto repellente contro i flebotomi e che in caso di reazione allergica alle permetrine di cui solitamente sono composti, bisogna avvertire il veterinario per trovare un’altra soluzione
  • vaccino: è uscito da poco un vaccino per la prevenzione della leishmaniosi. A parte il costo più elevato rispetto a quello della classica vaccinazione annuale, bisogna ancora stabilire se sul lungo periodo sia effettivamente efficace o meno
  • proteggere i cani: evitiamo dunque di far uscire i cani in passeggiata proprio al tramonto, momento di massima attività del flebotomo e mettiamo le zanzariere alla finestra
  • Se abitate in una zona dove la leishmaniosi non c’è, prima di spostarvi in qualsiasi altro luogo, ricordatevi sempre di contattare il vostro veterinario: magari state per recarvi in una zona dove è endemica e il cane è totalmente sprovvisto di protezioni!

La dottoressa veterinaria Manuela risponderà volentieri ai vostri commenti o alle domande che vorrete farle direttamente per email o sulla pagina Facebook di Petsblog. Queste informazioni non sostituiscono in nessun caso una visita veterinaria.

Foto | USDagovUS Army AfricaEasyrab

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