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Leishmaniosi nel cane: miti e leggende metropolitane

La Leishmaniosi nel cane in Italia è più diffusa di quanto non si pensi. Ecco alcuni miti e leggende metropolitane che continuano ad essere creduti reali nei confronti della Leishmania.

Leishmaniosi nel cane: miti e leggende metropolitane

Leishmaniosi nel cane – Visto che siamo nel periodo giusto, torniamo a parlare di Leishmaniosi nel cane. Però lo facciamo da un punto di vista diverso dal solito: vediamo, infatti, i miti e le leggende metropolitane sulla Leishmaniosi nel cane. Il fatto è che le aree endemiche per la Leishmania sono più ampie di quanto non si pensi. Non solo zone costiere e collinari limitrofe, ma nel nord Italia e nelle zone prealpine sono stati segnalati numerosi casi. Il fatto è che le temperature si sono alzate, i pappataci o flebotomi, moscerini vettori della malattia, sono ormai stanziali anche in regioni come il Piemonte, la Valle d’Aosta, la Lombardia, il Veneto, il Friuli-Venezia Giulia e il Trentino Alto Adige. Per cui nessuno sarà stupito del sapere che la malattia ha una prevalenza del 17%.

Leishmaniosi nel cane: sintomi, terapia e vaccino

Abbiamo già parlato in passato di cause, sintomi, diagnosi, terapia, vaccino e prevenzione della Leishmaniosi, sia nel cane che nel gatto (anche nel gatto, infatti, può essere presente una forma di Leishmaniosi).

Riassumendo brevemente, la Leishmaniosi canina è una malattia provocata da un protozoo, il Leishmania infantum. Questi viene trasmesso ai cani tramite la puntura dei flebotomi, pappataci piccoli, pelosi e gialli. Una volta punto, il cane può o sviluppare malattia o rimanere un serbatoio della patologia. Inoltre i cani malati possono essere curati con appositi protocolli terapeutici, ma non guariti: dalla Leishmania il cane si cura, ma non guarisce mai. Inoltre è fondamentale trattarla il prima possibile: se la malattia viene trascurata e prosegue può comportare la morte del cane, solitamente per danno renale.

Il periodo critico per la Leishmaniosi va proprio dalla primavera all’autunno: per questo motivo dovete informarvi presso il vostro veterinario su quale prevenzione utilizzare. Di sicuro bisogna utilizzare gli appositi repellenti (spot on, collari o spray), evitare di portare il cane a passeggio al tramonto (i flebotomi sono crepuscolari, escono maggiormente in quella periodo della giornata) e munirvi in casa di zanzariere.

Leishmaniosi nel cane: la situazione in Italia

Il Centro di Referenza Nazionale per le Leishmaniosi (C.Re.Na.L) ha fornito alcuni dati interessanti. Nel 2016, su 83.237 campioni esaminati qui da noi in Italia, i cani positivi sono stati 14.490, con una prevalenza di più del 17%. Facendo le proporzioni con la popolazione canina italiana, ecco che potrebbero risultare infetti un milione e 200 mila cani.

Altro dato utile è che le aree endemiche per la Leishmaniosi si stanno espandendo con il passare del tempo. Se un tempo la Leishmania si trovava solamente al Centro-Sud e sulle coste, adesso le troviamo anche nelle zone collinari e al Nord.

Leishmaniosi nel cane: miti e leggende metropolitane da sfatare

Purtroppo a contribuire alla diffusione della malattia concorrono anche miti e leggende metropolitane difficili da sfatare. Ecco dunque alcuni miti e leggende sulla Leishmania:

  1. la Leishmaniosi nel cane non è grave e guarisce da sola: FALSO. Il fatto è che non tutti i cani positivi sviluppano la malattia. Tuttavia dalla Leishmania il cane non guarirà mai: ben che vada rimarrà portatore a vita, mal che vada svilupperà i sintomi. E se si aspetta troppo nel portare a visita il cane, quando ormai sono sopraggiunti sintomi renali o midollari, allora difficilmente il cane riuscirà a sopravvivere
  2. il cane contagiato non ha bisogno di protezione: FALSO. Il cane rimane serbatoio, questo vuol dire che se un pappatacio lo punge, potrebbe trasmettere la malattia ad altri cani. E’ importante adottare misure di prevenzione anche per evitare continue infezioni
  3. il cane malato è rischioso per gli esseri umani: VERO/FALSO. E’ vero che la Leishmania è una zoonosi, ma la forma di Leishmaniosi che abbiamo qui è quella canina, non quella umana. Inoltre il cane non rappresenta una fonte di contagio diretto per noi: è il pappatacio infetto che, così come ha punto il cane, potrebbe pungere anche noi
  4. esiste un’epidemia di Leishmaniosi umana in Italia: FALSO. In umana si parla di massimo 200 casi all’anno e la maggior parte sono asintomatici. Più a rischio sono i bambini molto piccoli, le persone fortemente immunodepresse e chi vive in condizioni igieniche scadenti. Comunque sia, se individuata per tempo, in umana è guaribile nel 98% dei casi
  5. qualsiasi prodotto antiparassitario funziona come repellente: FALSO. Bisogna utilizzare prodotti specifici repellenti per il flebotomo che trasmette la Leishmaniosi, chiedete al vostro veterinario quale utilizzare

Via | MSD Animal Health

Foto | iStock

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