Le tartarughe al sole in una poesia di Tagore
Una delicata poesia di Tagore accenna a delle tartarughe che se ne stanno serene al sole.
Nella nostra ricerca di poesie dedicate al mondo degli animali (con una predilezione, lo ammettiamo, per quelle che parlano di cani e di gatti), abbiamo trovato una delicata poesia di Rabindranath Tagore in cui si parla di tartarughe. È solo un veloce accenno, è vero, ma tanto basta per farci comparire dinanzi agli occhi tutta la scena che il poeta, Premio Nobel per la letteratura 2013 1913, che descrive.
Sulla spiaggia sabbiosa delle tartarughe prendono il sole nello stesso punto in cui, a sera, le barche stanno all’ombra. Le tartarughe diventano, in questa poesia di Tagore, tratta dal libro Dono d’amore, un esempio della vita di coppia, anzi dell’incomunicabilità che a volte regna tra le coppie: a lui piacciono i luoghi assolati, sabbiosi e percorsi dalle tartarughe; a lei i sentieri tortuosi che si avventurano nei boschetti, frequentati da donne che portano i secchi.
Alla fine, comunque, quel che conta è sedersi sulla sponda dello stesso fiume.
Io preferivo la spiaggia sabbiosa
accanto agli stagni solitari, nelle cui rare pozze
le anatre nuotavano a gara.
Le tartarughe prendevano il sole
dove le poche barche da pesca si riparavano,
di sera, all’ombra dei cespugli.Tu amavi invece la riva alberata
dove le ombre s’addensavano,
nei boschetti di bambù,
lungo i sentieri tortuosi
dove camminavano le donne con i secchi.Il fiume stesso scorreva tra noi,
cantando a tutte e due le sponde
la stessa canzone.
Io ascoltavo, seduto sulla sabbia,
sotto le stelle, tutto solo.
Tu pure ascoltavi, seduta sul bordo
della discesa, fin dalle prime luci dell’alba.Tu non sapevi però quello che sentivo,
anche per me era un mistero
il segreto che quel canto ti affidava.