La sindrome dell’arca di Noè
Una sindrome che è molto più diffusa di quel che si pensa e porta ad “accumulare” animali domestici
Ci sono milioni di persone nel mondo che convivono con cani e/o gatti, prendendosene cura in maniera del tutto naturale e godendo appieno della muta compagnia. Ci sono poi alcune persone che tendono a raccogliere tutti gli animali non umani che trovano per strada per portarli a casa propria e accudirli, in un processo infinito che non smette nemmeno dinanzi al deterioramento della casa. Questo disturbo comportamentale è noto come la sindrome dell’arca di Noè. In realtà, è una variante della sindrome di Diogene per cui alcune persone sono portate ad accumulare immondizia o oggetti inutili. Nel caso della sindrome dell’arca di Noè, chi è affetto “accumula” animali domestici in maniera ossessiva, come se fosse una collezione: ma essendo esseri viventi, alla fine gli animali soffriranno per il disturbo del proprio umano.
A volte gli animali finiscono in condizioni peggiori di quelle che avevano per strada, dal momento che chi li prende in casa non offre oloro le attenzioni minime di base: né cibo, né acqua, né condizioni igieniche adeguate. La sovrabbondanza di abitanti in casa produce mancanza di pulizia e di spazio. I problemi di salute sono frequenti, perché l’umano non si lascia seguire da un veterinario né segue alcuna profilassi. Il Noè di turno non riconosce che gli animali sono di fatto abbandonati, con tutte le conseguenze che ne derivano.
Non è un fenomeno isolato: negli ultimi otto anni a Madrid, per esempio, sono stati messi in salvo almeno duemila animali che vivevano con persone affette da questo disturbo.
Via | Culturizando