La pet therapy guarisce le ferite dell’anima
I cani restituiscono la fiducia in se stessi ai ragazzi con disabilità mentali e motorie.
Non è la disabilità a scavare le ferite più profonde: sono l’emarginazione, la paura del giudizio degli altri, l’estraniamento dalla realtà a rendere la vita difficile, togliendo il sorriso. A restituire una dimensione umana ai ragazzi diversamente abili ci pensano i cani, da tempo impiegati con successo nella pet therapy.
In diverse realtà italiane che ospitano ragazzi e ragazze con alcuni problemi sono stati inseriti dei cani per restituire loro fiducia. Si è notato che i ragazzi aspettano con ansia il giorno del cane, come la volpe aspettava il piccolo principe nel romanzo di Saint-Exupéry: è il giorno della felicità, quando dimenticano le loro piccole fobie e ossessioni per abbandonare ogni remora e concentrarsi solo sui cani. Li accarezzano, li spazzolano, se ne prendono cura, si sentono responsabili di un’altra vita, incanalando le loro energie in azioni positive in grado di restituirgli la fiducia in se stessi e il sorriso. Quando tornano al centro esternano le emozioni provate, parlano dei cani, si aprono finalmente al mondo.
I cani sono addestrati per rispondere al più piccolo cenno: per persone con gravi difficoltà di comunicazione sentirsi compresi con poco sforzo non è cosa da poco. Il cane li capisce, li aiuta a riavvicinarsi alla realtà, rispettando i loro tempi, intercettando i loro desideri, imparando il loro linguaggio. E soprattutto i cani impiegati nella pet therapy sono pazienti: non hanno fretta di ricevere carezze e bocconcini, si adagiano ai loro piedi e attendono, facendo sentire ai ragazzi la loro vicinanza, senza fare pressioni. E i ragazzi rispondono, con la stessa dolcezza.