Intervista a Grazia Sardisco, talentuosa junior handler
Il mondo delle esposizioni canine è assai vasto e certe volte visto sotto ottiche diverse. Da una parte ci sono quelli che le apprezzano, dall’altra quelli che le contestano. Per capirle al meglio, sicuramente bisogna farci un giro dall’interno. Per questo ho pensato che affacciarci a questo mondo attraverso la voce diretta di chi ne […]
Il mondo delle esposizioni canine è assai vasto e certe volte visto sotto ottiche diverse. Da una parte ci sono quelli che le apprezzano, dall’altra quelli che le contestano. Per capirle al meglio, sicuramente bisogna farci un giro dall’interno. Per questo ho pensato che affacciarci a questo mondo attraverso la voce diretta di chi ne fa parte è sicuramente la cosa migliore.
Ho così deciso di intervista la giovane handler Grazia Sardisco, siciliana, che ormai da anni è impegnata nelle expo come conduttrice dei cani sui ring. A fine intervista, dopo il salto, trovate una bella gallery fotografica.
Quando si parla di Expo canine l’opinione pubblica si divide in due: chi le apprezza e ci partecipa e chi punta contro il dito perché ritiene che non siano un “gesto d’amore” verso il cane e soprattutto perché i cani di razza sono “delle invenzioni” che tolgono spazio ai poveri meticci chiusi in canile. Tu che le frequenti ormai da anni, cosa ne pensi a riguardo?
L’expo è il momento che conclude un lungo periodo di lavoro, sacrifici, risorse economiche ed anche un momento di confronto e, se vogliamo, competizione tra persone che se sono impegnate a selezionare seriamente una o più razze. Tutto ciò non impedisce di dare il giusto spazio anche ai poveri meticci chiusi in canile. Ricordiamo inoltre che le razze non sono delle invenzioni bensì necessità dell’uomo che ha dovuto sviluppare nel cane secondo i suoi bisogni, determinate caratteristiche tenendo conto degli impieghi, del clima e dell’ambiente.
Come si diventa handler? Quale preparazione ci vuole? Quali attitudini?
L’handler, a differenza di quanto si possa immaginare, non è assolutamente una professione facile e adatta a tutti. Servono impegno, costanza e tanta dedizione per poter raggiungere dei grandi risultati. Ci si avvicina a questa disciplina osservando accuratamente il lavoro svolto dai professionisti, tanto nell’esposizione (handling) quanto nella preparazione (grooming) dei cani in gara; partecipando a corsi specifici organizzati dagli stessi specialisti e chiedendo loro di aver la possibilità di affiancarli durante l’attività. Sono questi gli aspetti fondamentali che determinano la formazione di un futuro professional handler di successo.
Qual è la preparazione di un cane per il ring? Ritieni sia una costrizione per il cane o può anche divertirsi?
La preparazione per le esposizioni è un argomento che và gestito in più fronti. L’handler di per sé deve conoscere bene il cane che gli è stato assegnato, il suo carattere, le sue attitudini specifiche e la sua morfologia così da poterlo presentare al meglio. Deve anche curare adeguatamente la sua persona, dalla scelta dell’abbigliamento più idoneo a quella del guinzaglio come di tutto il materiale necessario. Allo stesso tempo deve anche garantire che il cane venga esposto nella sua miglior condizione psico-fisica, in buona forma e salute, con un pelo lucente ed un atteggiamento brioso e positivo nei confronti della competizione. Per quest’ ultimo aspetto risulta di fondamentale importanza la preparazione alla quale l’handler ha sottoposto il soggetto. Questa preparazione (dressage) è necessaria per insegnare al cane un corretto atteggiamento da tenere nel ring, può essere più o meno lunga ma deve sempre e comunque rispettare l’animale e la sua naturale spontaneità. Il partecipare alle esposizioni deve diventare per il cane un’occasione di piacevole divertimento, un momento di gioco e comunicazione col proprio conduttore dove potersi esprimere al meglio nel rispetto dei comportamenti precedentemente acquisiti in preparazione. In ogni caso, il cane non dovrà mai subire questi eventi come una coercizione o comunque come una situazione dannosa per sé.
Hai un cane tuo, già campione italiano, e ne conduci nel ring molti che ti vengono affidati. Come nasce l’intesa con un cane, quanto tempo ci vuole per raggiungere il feeling giusto?
L’intesa con un cane secondo me deve essere immediata; per questo ci vuole conoscenza, tecnica, pazienza, passione e anche una buona dose di fortuna, in quanto bisogna trovare il giusto canale di comunicazione in tempi brevi. Questo canale di comunicazione può essere un bocconcino, un giocattolo, un verso, un gesto, qualsiasi cosa che possa aiutarci a raggiungere il feeling giusto. Tuttavia ogni soggetto è diverso dall’altro nonostante possa appartenere alla medesima razza o addirittura cucciolata. Per questo i tempi per presentarlo nel migliore dei modi, esaltandone le caratteristiche, possono essere differenti.
Esistono secondo te cani che non sono fatti per la disciplina? O i cani ingestibili sono solo colpa di un cattivo padrone?
È semplice ormai rispondere a tale domanda. Tutti riteniamo con convinzione che non esistono cani ingestibili ma proprietari disinformati che li fanno crescere indisciplinati o particolarmente aggressivi. Tuttavia bisogna riconoscere che qualche razza o ancora meglio qualche soggetto ha bisogno di un approccio educativo più impegnato.
Tre consigli (veloci) a chi si avvicina adesso al mondo delle esposizioni.
Dal mio punto di vista, il primo consiglio che mi sento di dare ad una persona che decide di avvicinarsi al mondo delle expo è quello di essere pazienti. Questa è secondo me dote fondamentale per poter affrontare un’esposizione con il miglior spirito. Pazienza, sempre e tanta, nei confronti del proprio cane, degli altri espositori, del giudice per un suo eventuale giudizio se non consono a quello che ci si aspettava. Altro consiglio importante è l’essere determinati nel voler raggiungere i propri obiettivi e costanti nel lavoro necessario per ottenere quanto ci si è prefissati. L’handling non è certo un’attività che permette di demoralizzarsi facilmente ma che sa piuttosto premiare i più volenterosi e caparbi. Ultimo suggerimento, ma non per questo meno importante, è l’essere umili, sempre e comunque. Affacciarsi umilmente al mondo delle expo, sapendo cogliere utili indicazioni da chi magari è più esperto in materia e imparando dall’osservazione degli altri partecipanti può rivelarsi un eccellente biglietto da visita per il neofita.
È meglio un cane di razza con pedigree preso in allevamento o un cane meticcio da un canile?
Partendo dal desiderio di adottare un cucciolo, sicuramente la mia opinione è di consigliare che ciò avvenga presso un allevamento di provata qualità e competenza. Questo per permettere al futuro proprietario di poter conoscere preventivamente caratteristiche morfologiche ed attitudinali del proprio compagno, in modo da scongiurare spiacevoli incompatibilità future. Oltre a ciò, non va sottovalutata la questione salute del cucciolo che un buon allevamento dovrebbe garantire. Detto questo, per contro, non va dimenticato che il cane è e rimane un animale fantastico, in grado di donare affetto e grande amicizia indipendentemente dalla sua provenienza, sia essa un buon allevamento oppure un canile.
Per chi sceglie di rivolgersi ad un allevatore, quali consigli senti di dare per scegliere un buon cane? Cosa si dovrebbe pretendere da un allevatore serio?
Io suggerirei in primis di prendere visione dell’allevamento, così da poter personalmente verificare le condizioni di igiene, salute e gestione degli esemplari allevati. Box puliti, cani felici e di buona presenza sono sinonimi di un allevatore serio e diligente. Detto questo, nella scelta specifica di un cucciolo, è opportuno che l’acquirente possa prendere visione dei genitori del piccolo, osservarne la morfologia ed il carattere. Non meno importante è l’assicurarsi delle eccellenti condizioni psico-fisiche dello stesso, valutarne la prima socializzazione, l’atteggiamento che non deve mai essere pauroso, l’approccio positivo al mondo esterno, con curiosità e voglia di confrontarsi. Fondamentale infine che l’allevatore garantisca la salute del cucciolo e dei rispettivi genitori esibendo certificazioni e referti di esami ai quali sono stati sottoposti.
L’Italia non è un paese per cani, considerando le molteplici restrizioni che vietano ai cani l’accesso un po’ dovunque. Come “sopravvivi” a questa situazione italiana quando devi fare grandi spostamenti con i tuoi cani per le esposizioni?
Sicuramente la realtà del nostro Paese non è particolarmente favorevole ai possessori di cani. Fortunatamente però le cose stanno un po’ migliorando con un incremento della sensibilità al problema ed alcune strutture hanno iniziato a permettere il soggiorno di clienti accompagnati dai propri animali. Questo mi aiuta nei miei spostamenti per le esposizioni quando queste prevedono la mia permanenza per un tempo prolungato nella sede della manifestazione.
Sei una Junior Handler, a che età hai iniziato e come questo ha cambiato la tua vita?
Sono entrata definitivamente nel mondo delle esposizioni con il mio Bull Terrier, quindi circa 4 anni fa. Cominciando in seguito a fare sul serio anche con altri soggetti ho imparato ad essere sicuramente una persona più responsabile, non solo perché devo per più giorni occuparmi di cani non di mia proprietà ma anche organizzarmi il lavoro scolastico in modo da non trascurarlo.
Raccontaci un momento da ricordare di una expo a cui hai partecipato.
Come dicevo prima l’expo è anche competizione e riuscire a raggiungere il 1° ECC C.A.C. concludendo il campionato nazionale con un maschio in libera ad un Raduno davanti ad Handler sicuramente più esperti e famosi mi dà ancora oggi motivo di orgoglio e un sorta di spinta a continuare per fare sempre meglio.
Tra poco farai 18 anni… progetti per il futuro nel mondo cinofilo?
Sicuramente quello di diventare un cinofilo molto competente e svolgere questa professione con serietà e passione. Nel frattempo desidererei dedicarmi alla selezione del Bull Terrier Standard, razza che ormai da anni è diventata oggetto delle mie attenzioni.