Insufficienza mitralica nel cane e gatto: sintomi, cause, terapia e sopravvivenza
Frequente soprattutto nel cane anziano, oggi andiamo a vedere sintomi, gravità, cura e tempo di sopravvivenza in caso di insufficienza mitralica.
Una delle patologie cardiache più frequenti nel cane (un po’ meno nel gatto dove si vedono maggiormente altre patologie, come la cardiomiopatia ipertrofica) è l’insufficienza mitralica. Nota anche come malattia degenerativa cronica mitralica (CDVD), è la patologia cardiovascolare acquisita più frequente nei cani. Oggi andremo a vedere cause, sintomi, terapia, cura, gravità e tempo di sopravvivenza dell’insufficienza mitralica nel cane e gatto.
Insufficienza mitralica nel cane: come si sviluppa la malattia
L’insufficienza mitralica nel cane è caratterizzata da una degenerazione di tipo mixomatoso dei lembi valvolari della mitrale (nel cane è più frequente l’insufficienza mitralica rispetto all’insufficienza tricuspidale). La valvola mitrale è una valvola a due cuspidi che separa l’atrio sinistro del cuore dal ventricolo sinistro (la valvola tricuspidale, invece, ha tre cuspidi e separa l’atrio destro dal ventricolo destro).
A volte la potete anche trovare con il nome di endocardiosi mitralica. Un’alterazione di una qualsiasi delle strutture che compongono l’apparato mitralico, può esitare in un’insufficienza valvolare. Questo vuol dire che non solo la degenerazione dei lembi valvolari può causare insufficienza mitralica, ma anche, per esempio, una dilatazione secondaria a ipertrofia eccentrica dell’annulus, a un malfunzionamento dei muscoli papillari o anche forme di displasia dei lembi valvolari.
Lo sviluppo dell’insufficienza mitralica procede per step. Uno dei primi eventi è la percezione all’auscultazione di un click (il cosiddetto “click del pinguino”). La percezione di un click indica una forma molto iniziale, solo che non sempre il click lo si sente (anche nel corso di più auscultazioni ripetute), perché dipende dalle condizioni di precarico ventricolari.
Successivamente, dal click si passa al soffio vero e proprio e al prolasso mitralico. L’evento iniziale dell’insufficienza mitralica è proprio il prolasso di uno e entrambi i lembi valvolari della mitrale. Ci sono diversi stadi di insufficienza mitralica:
- lieve
- moderata
- grave
Nei casi lievi di insufficienza mitralica, in realtà il sistema cardiovascolare non attua nessuna risposta compensatoria perché il rigurgito del sangue nell’atrio sinistro è minimo e la gittata cardiaca è mantenuta. Man mano che le lesioni valvolari vanno avanti, ecco che la quota di rigurgito aumenta, la gittata cardiaca diminuisce e partono le risposte compensatorie con:
- attivazione neuroendocrina: attivazione del sistema nervoso simpatico (inizialmente il rilascio di catecolamine aumenta la frequenza cardiaca e ha azione inotropa positiva, per ristabilire la gittata. Ma sul lungo periodo si ha vasocostrizione periferica, maggior consumo di ossigeno e maggior carico per il cuore), del sistema renina-angiontensina-aldosterone (la diminuita gittata stimola a livello renale la secrezione di renina, la quale a livello epatico trasforma l’angiotensinogeno in angiotensina I, la quale viene trasformata in angiotensina II a livello polmonare. Anche qui l’attivazione cronica causa aumento del pre carico e del post carico, con rimodellamento del cuore), rilascio di vasopressina. Inoltre nello scompenso cardiaco si ha anche risposta infiammatoria cronica con rilascio di citochine
- ipertrofia del ventricolo compensatoria e dilatazione atriale
Insufficienza mitralica nel cane: sintomi e gravità
L’insufficienza mitralica nel cane può colpire cani di qualsiasi razza, ma la si vede soprattutto nei cani di piccola taglia. Fra le razze di grossa taglia, il Pastore tedesco è quella in cui si manifesta maggiormente. Ci sono alcune razze, poi, come il Cavalier King Charles Spaniel in cui, virtualmente parlando, tutti i cani al di sopra dei 10 anni ne sono praticamente affetti. La progressione della malattia solitamente è lenta, sui 3 anni. Molti cani con insufficienza mitralica lieve possono rimanere stabili per anni e non è detto che sviluppino per forza forme di scompenso cardiaco.
Il problema è che quando il cane manifesta sintomi di scompenso cardiaco, ecco che il tempo di sopravvivenza scende a 28 mesi per i cani con insufficienza cardiaca moderata (classe 2) e solo 9 mesi per quelli con insufficienza cardiaca grave e scompenso avanzato (classe 3).
Fra i fattori di rischio dell’insufficienza mitralica abbiamo:
- età: cani anziani sono più a rischio, così come i soggetti maschi
- razza: Cavalier King Charles Spaniel e Bassotto hanno rischi maggiori
- intensità del soffio cardiaco
- gravità del prolasso valvolare
- gravità dell’insufficienza mitralica
- gravità della dilatazione atriale
I sintomi dell’insufficienza mitralica sono:
- affatticamento
- intolleranza all’esercizio fisico
- tosse
- dispnea
- polipnea
- mucose blu (cianosi delle mucose)
- dimagrimento
- collasso e sincopi
Insufficienza mitralica: diagnosi e terapia
Per la diagnosi dell’insufficienza mitralica, dopo che il vostro veterinario avrà rilevato un soffio cardiaco, si procede solitamente con visita cardiologica, ecocardiografia, radiografie e esami del sangue per stabilire la gravità e la natura del problema (ci sono anche altre malattie cardiache che provocano soffi cardiaci).
La terapia dipende dalla causa del problema e dalla gravità del problema. Nei casi gravi è possibile che il veterinario vi prescriva una combinazione di farmaci. Mi raccomando: NON sospendeteli di testa vostra quando vedete che il cane sta meglio. Il cane sta meglio perché ci sono i farmaci che fanno lavorare il cuore, ma senza quei farmaci il cuore scompenserà di nuovo. Questo perché l’insufficienza mitralica è una patologia progressiva e degenerativa, da essa il cane non guarisce: i farmaci non servono a far guarire il cane, ma a migliorare i sintomi e a ridurre la velocità di progressione della malattia.
La terapia dei cani sintomatici prevede un’associazione di diuretici come la furosemide, ACE-inibitori e pimobendan (quest’ultimo da usare in soggetti sintomatici, non in pazienti asintomatici). La terapia con diuretici deve sempre essere associata a terapia con ACE-inibitori. In fasi iniziali è possibile associare anche lo spironolattone. Altri farmaci che potrebbero essere abbinati sono anche la digossina (si usa sotto stretto controllo in caso di aritimie e fibrillazione atriale contestuale) e l’amlodipina (usata nei casi gravi).
Queste informazioni non sostituiscono in nessun caso una visita veterinaria. Ricordiamo che Petsblog non fornisce in nessun caso e per nessun motivo nomi e/o dosaggi di farmaci.
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