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Infezione da Cystoisospora nel gatto: cause, sintomi e terapia

Ecco cause, sintomi, diagnosi e terapia dell'infezione da Cystoisosporta nel gatto, altro nome per indicare la Coccidiosi.

Infezione da Cystoisospora nel gatto: cause, sintomi e terapia

Cystoisospora nel gatto – Un tempo c’era la cara, vecchia coccidiosi provocata da coccidi del genere Isospora. Adesso per qualche motivo hanno deciso di ribattezzarli Cystoisospora, non chiedetemi il perché, ma in medicina sia umana che veterinaria ogni tanto sentono l’esigenza di cambiare nomi a parassiti, virus e batteri, tanto per confondere ulteriormente le idee. Questo perché vai ad aggiornarti e ti trovi davanti al Cystoisospora, una nuova malattia protozoaria? No, è sempre quella vecchia, solo che tu l’hai studiata come Coccidiosi da Isospora e adesso potresti ritrovartela con il nome di Cystoisospora. Ecco dunque cause, sintomi, diagnosi e terapia dei Coccidi nel gatto.

Infezione da Cystoisospora nel gatto: cause, modalità di trasmissione e sintomi

Partiamo subito da un concetto: i Coccidi non sono una zoonosi e non si trasmettono fra specie animali. I cani hanno i loro Coccidi, i gatti hanno i loro Coccidi, i conigli hanno i loro Coccidi, ma ciascuna specie li trasmette solamente all’interno della propria specie e non ad altre. I Coccidi sono infatti ospite-specifici. In particolare nel gatto troviamo Cystoisospora felis e Cystoisospora rivolta.

La via di trasmissione di solito è per via oro-fecale tramite ingestione di oocisti sporulate. Nel piccolo e grosso intestino i Coccidi si moltiplicano a livello intracellulare e dopo un periodo di prepatenza di 6-10 giorni ecco che le oocisti vengono emesse nelle feci dove diventano infettive entro pochi giorni, pronte a infestare nuovi soggetti. Esiste però anche un’altra modalità di infezione. Alcuni animali come roditori e ruminanti possono finire per essere ospiti paratenici: ingeriscono le oocisti per via orale e poi ospitano la fase dormiente del parassiti. In questi casi la prepatenza è più breve.

Le oocisti le si trova sia negli animali malati che in quelli non ancora sintomatici. Si parla di infezione primaria quando l’infezione avviene durante il periodo della lattazione, quindi fra le terza e l’ottava settimana, il che spiega perché spesso la coccidiosi colpisce gattini piccoli. Occhio poi che le oocisti rimangono infettive nell’ambiente per mesi.

I sintomi di infezione da Cystoisosporosi nel gatto sono:

  • diarrea nei gattini
  • diarrea liquida
  • diarrea emorragica
  • abbattimento
  • anoressia
  • vomito
  • disidratazione
  • dimagramento
  • incontinenza fecale
  • prolasso rettale
  • co-infezioni con virus o altri parassiti
  • morte

La diarrea da Coccidi a volte sembra comparire durante lo svezzamento, quindi al momento del passaggio dall’alimentazione lattea a quella solida. Inoltre spesso la diarrea si verifica prima dell’eliminazione delle oocisti, quindi occhio ai falsi negativi quando si fanno gli esami delle feci.

Inoltre negli adulti spesso l’infezione è autolimitante in quanto se il sistema immunitario è attivo, il gatto adulto è in grado di eliminare da solo l’infezione. Cosa che invece non avviene nei gattini e in gatti adulti con sistema immunitario compromesso o altre patologie in corso.

Infezione da Cystoisospora nei gatti: diagnosi e terapia

La diagnosi avviene tramite visita e sospetto clinico, anamnesi ed esame delle feci (anche se le oocisti si vedono solo nel periodo di patenza, nella fase prima non è detto che ci siano). Per quanto riguarda la terapia, i gattini vanno trattati il prima possibile, i Coccidi distruggono la parete intestinale e più persistono nel gattino, più aumentano i rischi di malassorbimento, incontinenza fecale e diarree emorragiche anche fatali.

Normalmente la terapia la si fa a tutti i gattini della cucciolata. La terapia si basa su diversi protocolli, fra cui la somministrazione di sulfamidici per periodi di tempo prolungati (di norma la diarrea dovrebbe cessare prima, ma visto che l’escrezione delle oocisti prosegue, si continua fino a negativizzazione dell’esame delle feci), mentre la terapia con Toltrazuril e Diclazuril non è registrata in Italia per i gatti. Bisogna poi ovviamente attuare terapia di sostegno per la diarrea e effettuare una pulizia approfondita dell’ambiente.

La dottoressa veterinaria Manuela risponderà volentieri ai vostri commenti o alle domande che vorrete farle direttamente per email o sulla pagina Facebook di Petsblog. Queste informazioni non sostituiscono in nessun caso una visita veterinaria. Ricordiamo che Petsblog non fornisce in nessun caso e per nessun motivo nomi e/o dosaggi di farmaci.

Foto | tambako

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