Infezione da Cuterebra nel cane e gatto: cause, sintomi e terapia
Parlando di parassitologia, ecco cause, sintomi, diagnosi e terapia dell'infezione da Cuterebra nel cane e gatto.
Infezione da Cuterebra nel cane e gatto – Parlando di infezioni parassitarie non comuni, ecco cause, sintomi, diagnosi e terapia dell’infezione da Cuterebra nel cane e gatto. A dire il vero è più diffusa nel Nord America, ecco perché qui da non se ne sente parlare poco. Pensate che nel Nord America ne sono state trovate 34 specie. Si tratta di mosche che che hanno uno stadio di sviluppo larvale parassitario obbligatorio in roditori e lagomorfi. I Cuterebra propriamente detti comprendono 12 specie e parassitano i roditori, mentre il sottogenere Trypoderma, 22 specie, parassitano i conigli. Cani e gatti diciamo che finiscono per essere ospiti accidentali.
Infezione da Cuterebra nel cane e gatto: cause, modalità di trasmissione e sintomi
I sintomi di infezione da Cuterebra non sono di solito evidenti in roditori e lagomorfi, mentre in cani e gatti dipendono dagli organi nei quali le larve sono migrate. Ci sono tre possibili forme di questa malattia:
- foruncolosi da miasi: cisti sottocutanee con larve mature al terzo stadio, di solito le si trovano intorno al muso e al collo
- forma neurologica
- forma polmonare
Talvolta come sintomi oculari abbiamo anche:
- blefarospasmo
- scolo oculare
- chemosi
- uveite
- cecità
Come sintomi sono variabili ci sono poi:
- epilessia non curabile
- inclinazione della testa
- cecità centrale
- disfunzioni cognitive
- deficit propriocettivi
- morte dopo anche settimane o mesi
I segni neurologici di solito compaiono 1-2 settimane dopo i sintomi respiratori (scolo, staruniti, dispnea, edema del faringe), anche se questi possono manifestarsi anche 10 settimane prima dello sviluppo di quelli neurologici.
Per quanto riguarda il ciclo vitale, le mosche adulte di Cuterebra si vedono poco in giro perché vivono solo poche settimane durante le quali si accoppiano e depongono le uova. Alcune specie entrano appositamente nelle tane dei roditori per deporre le uova. A causa di improvvisi aumenti di temperatura, le uova deposte nell’ambiente si schiudono e nascono le larve capaci di entrare nel corpo di roditori e conigli attraverso qualsiasi apertura naturale del corpo, ma non attraverso ferite della cute. Nei roditori e nei conigli le larve migrano nel nasofaringe, fino al palato molle, poi attraversano la parete della trachea, la cavità toracica, l’addome e infine finiscono nel sottocute. Qui si sviluppa una cisti sottocutanea all’interno della quale la larva cresce rapidamente fino ad uscire dal poro della cisti dopo 3-6 settimane dall’infezione iniziale. Le pupe vanno nel terreno e a mesi o anni di sitanza a seconda della specie e del clima si trasformano in mosche adulte.
Cani e gatti sono ospiti accidentali: si infettano quando un verme schiuso dalle uova entra nel corpo attraverso un orifizio naturale. Il ciclo poi si svolge fino allo stadio delle pupe nel terreno, ma queste paiono incapaci di maturare nelle mosche adulte. Quindi cani e gatti non sono serbatoi della patologia. Non può esserci nessuna trasmissione diretta fra ospite e ospite.
Ci vanno 3-6 settimane dal contagio fra la sciusa della larva prima che si formi una larva completa in cani e gatti. Nei climi caldi non si ha stagionalità, mentre nei climi con inverni freddi i casi si vedono in estate e a inizio autunno visto che in questo caso le mosche depongono le uova in un’unica stagione. Tuttavia se le uova sono deposte in zone protette, si possono vedere casi anche d’inverno.
Infezione da Cuterebra nel cane e gatto: diagnosi e terapia
La diagnosi dell’infezione da Cuterebra prevedono l’identificazione del parassita dalle cisti sottocutanee, mentre più difficile la diagnosi delle forme respiratorie e neurologiche. Talvolta si nota eosinofilia periferica. TC/RM possono evidenziare la presenza delle larve o del tragitto migratorio.
La terapia prevede l’asportazione delle larve dalle cisti e dai tessuti molli di bocca, faringe e occhio. Non è possibile togliere le larve a livello encefalico. La terapia medica prevede la somministrazione di ivermectina. La prognosi è riservata nei casi con manifestazioni neurologiche. Non c’è trasmissione diretta da cane e gatto a uomo.
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