In Francia, l’aviaria ha infettato già l’1% della popolazione felina, ma la sua letalità risulta inferiore rispetto a quella riscontrata negli Stati Uniti.

La diffusione del virus H5N1, noto per la sua minaccia agli uccelli, sta assumendo proporzioni preoccupanti anche tra i mammiferi, in particolare i gatti. Negli Stati Uniti, la situazione è drammatica, con un aumento significativo dei decessi legati all’infezione, mentre in Europa, sebbene i casi siano meno letali, la preoccupazione cresce. Uno studio condotto in Francia ha rivelato che almeno l’1% dei gatti domestici ha già contratto il virus, un dato che potrebbe rappresentare solo una frazione del reale problema. Le implicazioni di questa scoperta sono gravi e potrebbero avere ripercussioni più ampie di quanto si possa immaginare.

Confronto tra Francia e Italia

L’analisi condotta dalla Scuola nazionale veterinaria di Tolosa ha messo in luce come i gatti randagi e quelli di colonia siano particolarmente vulnerabili al contagio. Questo suggerisce che il numero effettivo di animali infetti potrebbe essere ben più elevato di quanto riportato. In Francia, si registrano circa 14,9 milioni di gatti, mentre in Italia il numero è di 10,2 milioni. Tuttavia, la situazione italiana appare più critica, con 101 focolai documentati contro i soli 12 in Francia. Questo significa che, sulla carta, la popolazione felina italiana ha un’esposizione al virus otto volte superiore rispetto a quella francese.

Una epidemia sottostimata

Pierre Bessiere, virologo presso la Scuola nazionale veterinaria di Tolosa, ha sottolineato che almeno l’1% dei gatti domestici in Francia ha sviluppato anticorpi contro il virus H5N1. Con circa 14,9 milioni di gatti nel paese, si stima che circa 149.000 esemplari possano essere stati infettati. Tuttavia, questa cifra potrebbe essere solo la punta dell’iceberg. A differenza degli Stati Uniti, dove si registrano alti tassi di mortalità tra i gatti, in Francia i felini non mostrano segni di morte per influenza aviaria. Nonostante ciò, la contaminazione è presente: oltre 700 test effettuati tra dicembre 2023 e gennaio 2025 su gatti domestici hanno rivelato che almeno l’1% era sieropositivo, suggerendo che il contagio avviene tramite il contatto con uccelli infetti.

I segnali di allerta

I sintomi dell’infezione nei gatti possono manifestarsi in forme respiratorie e neurologiche, come secrezioni oculari, difficoltà respiratorie, problemi di equilibrio e convulsioni. Il dottor Bessiere avverte i proprietari di gatti con accesso all’esterno di prestare particolare attenzione a eventuali segni di malessere e di contattare un veterinario in caso di necessità. Gli esperti raccomandano di limitare il contatto con animali selvatici e di monitorare attentamente i sintomi sospetti, poiché la tempestività nella consulenza veterinaria può fare la differenza.

La questione del monitoraggio

Il ruolo dei gatti come potenziali vettori del virus H5N1 tra specie diverse solleva interrogativi significativi per la salute pubblica. La ricerca continua a esplorare le implicazioni di questa emergenza sanitaria. Secondo un virologo, la capacità del virus di infettare diverse specie e la sua diffusione tramite uccelli migratori rendono la situazione instabile e difficile da prevedere. In Italia, due casi di gatti infetti nel Bolognese sono stati identificati solo dopo la morte improvvisa di uno di essi, che ha portato a esami specifici. Senza un monitoraggio attivo e test rapidi per i gatti con sintomi insoliti, il rischio di sottostimare i casi rimane elevato.

Published by
Luna Nasini