Il Piemonte dice stop alla caccia
Fucili appesi al chiodo, la vittoria degli animalisti
Con una Ordinanza di qualche giorno fa, il TAR del Piemonte ha dichiarato lo stop alla caccia nell’intera Regione.
Sono state le due associazioni LAC (Lega per l’Abolizione della Caccia) e Pro Natura a fare ricorso al TAR. Ecco le motivazioni: mancanza del piano faunistico venatorio regionale, mancata effettuazione della valutazione d’incidenza ambientale, difetto di motivazione a superamento dei rilievi espressi dall’Ispra per la protezione di numerose specie. E i giudici del TAR hanno accolto il ricorso sospendendo il calendario venatorio 2013-2014.
Quindi l’apertura generale della caccia prevista per il 29 settembre è cancellata: i fucili resteranno appesi al chiodo. Qualcuno ha commentato:
I cacciatori piemontesi sono invitati a sostituire il permesso di caccia con il tesserino dei funghi.
Sospesi anche tutti gli atti collegati alla caccia, quali i provvedimenti riguardanti la caccia di selezione agli ungulati, la caccia della tipica fauna alpina, i criteri di ammissione dei cacciatori, i periodi di prelievo alle specie migratrici.
Purtroppo invece la caccia si è già aperta nel resto d’Italia, ma sono sempre più frequenti le proteste di ambientalisti e animalisti, che denunciano la violazione delle norme e l’inadeguatezza dei controlli. Per Legambiente il problema principale sono i “controlli inadeguati”, che lasciano spazio al bracconaggio.
Molte norme italiane ed europee sarebbero delle buone norme se pienamente applicate e attuate. E per farlo il primo parametro è la verifica che siano rispettate.