Il gatto nero, il libro di Poe
Il gatto nero è il famoso libro di Edgar Allan Poe: ecco di cosa parla e tutto quello che dovremmo sapere.
Il gatto nero è un famoso racconto di Edgar Allan Poe. L’autore statunitense lo ha scritto nel 1843 ed è narrato in prima persona, dal punto di vista di un assassino condannato a morte che vuole raccontare quello che è accaduto, per poter così avere la coscienza libera da ogni rimorso. Il titolo originale è The Black Cat.
L’assassino in realtà è sempre stato un uomo per bene, amante degli animali. A causa dell’alcol, l’uomo iniziò ad avere una vita sregolata. Iniziò a picchiare la moglie e gli animali, tranne il gatto nero di nome Pluto che viveva con loro. Una sera proprio il gatto cercò di evitarlo e, nel suo tentativo di avvicinarlo, si prese un morso. Ubriaco, decise di fargliela pagare, togliendogli un occhio con un temperino. Pluto da quel giorno eviterà sempre il contatto con il padrone, che cominciava a sentirsi infastidito da lui al punto di volerlo impiccare a un albero.
Da qui l’ombra del gatto nero ucciso e il rimorso per quello che aveva fatto inizierà a perseguitarlo per il resto della sua vita. Facendolo letteralmente impazzire e arrivando a uccidere la moglie e occultare il cadavere. La polizia riuscirà a scoprirlo proprio grazie a un gatto nero che assomigliava tanto a Pluto.
Il gatto nero, il libro di Edgar Allan Poe: qual è il messaggio?
Il racconto è un modo per l’assassino di espiare le sue colpe, in un continuo rincorrersi tra narrazione dei fatti accaduti e paure che si manifestano in modo irrazionale fino alla fine. La figura del gatto nero è solo una metafora, utilizzata dall’autore per parlare della coscienza di un uomo che si è sempre reputato un uomo per bene, ma la cui vita, a un certo punto della sua esistenza, prende una piega decisamente inaspettata e macabra.
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