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Il gattino e le foglie che cadono, una delicata poesia

C’è uno speciale rapporto che lega gatti e foglie cadenti? Secondo i poeti sì!

Il gattino e le foglie che cadono, una delicata poesia

Continuiamo la nostra ricerca di poesie che mettono in relazione l’autunno e gli animali. Dopo aver visto la poesia Autunno di Gianni Rodari, andiamo all’estero, nel Regno Unito per la precisione.

Gli elementi perché la magia diventi realtà sono pochi e sono tutti a portata di mano: l’autunno, con i suoi magici colori e le foglie che cadono dagli alberi; gli occhi di un bambino che guarda la meraviglia del mondo che lo circonda; lo stupore di un gattino che gioca con le foglie che vorticano a terra. Mettete insieme questi elementi e avrete un quadro splendido.

È quello che fa il poeta inglese William Wordsworth (1770-1850) nella sua poesia dal titolo Il gattino e le foglie che cadono. Il micetto viene descritto come un tigrotto che saltella alla ricerca della foglie; come un mago che riesce a prenderne più di una; come Caronte con gli occhi di bragia che arde dal desiderio di lottare con queste croccanti foglie colorate che cadono dal cielo. E noi che possiamo fare? Solo guardare e ringraziare che i gatti (e i bambini e le foglie cadenti) rendono più bello questo nostro mondo.

Il gattino e le foglie che cadono

Guarda, piccola mia, da quella parte, guarda!
Che bello spettacolo per bambini!
Guarda il micio sul muretto come gioca
con le foglie che dall’albero vengon giù,
foglie secche che cadono una a una
dal vecchio albero superbo,
nell’aria placida e gelata
di questo mattino radioso.

Vorticando cadono a terra,
piano piano, lentamente; parrebbe quasi,
da come si muovono,
che ogni foglia, scendendo,
trasportasse una Silfide o una Fata,
in visita nel mondo di quaggiù,
ognuna silenziosa, invisibile,
con il suo tremolante paracadute.

Ma il micino, guarda come guizza,
si accuccia, si allunga, dà zampate e colpisce!
Prima all’una, poi all’altra
lieve e gialla come quella!
Guarda quante sono! Ora solo una ne cade,
e or non cadon più, niente più foglie.
Vedi la fiamma del desiderio
come avvampa nei suoi occhi di bragia?

Fa un saltello da tigrotto
e d’una balzo è sulla preda;
quindi la lascia con un guizzo,
e la riprende poi di nuovo.
Ora, come farebbe un mago dell’India,
ne piglia tre o quattro.

Foto | Eric Walli

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