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Il dopo terremoto in Giappone: cosa succede ai pets

Sono passate quasi tre settimane dal terribile doppio cataclisma che ha sconvolto il Giappone. Quello che sta succedendo ha del catastrofico se pensiamo alle migliaia di vittime e ai terribili avvenimenti che si susseguono quotidianamente partendo dalla centrale di Fukushima. La situazione è costantemente monitorata per quello che riguarda le persone e l’ambiente e si […]

Il dopo terremoto in Giappone: cosa succede ai pets


Sono passate quasi tre settimane dal terribile doppio cataclisma che ha sconvolto il Giappone. Quello che sta succedendo ha del catastrofico se pensiamo alle migliaia di vittime e ai terribili avvenimenti che si susseguono quotidianamente partendo dalla centrale di Fukushima. La situazione è costantemente monitorata per quello che riguarda le persone e l’ambiente e si spera che possa arrivate tutto ad una conclusione senza conseguenze gravi come lo scenario prospetta. Noi di Petsblog, nel nostro piccolo, vogliamo darvi qualche informazione in più, per quello che ci compete: i migliaia di cani e gatti vittime, loro malgrado, di quanto sta accadendo. Visto che le testate giornalistiche si occupano, comprensibilmente, di problemi di tutt’altro genere, siamo andati ad intervistare direttamente uno dei responsabili dell’ Animal Refugee Kansay, un’associazione animalista molto attiva in Giappone. Chi ci parla è Elizabeth Olivier, una volontaria di questa associazione.

Ciao Elizabeth, e grazie di averci concesso questa intervista. Ci puoi fare anzitutto un quadro della situazione?
La situazione al momento è piuttosto caotica per quello che ci riguarda. Abbiamo da un lato il problema del clima. Fa molto freddo e la neve cade frequentemente ed in abbondanza e questo ci crea problemi nei vari interventi ed una finestra di tempo per il soccorso sempre più stretta. Come se non bastasse c’è anche il problema della centrale nucleare di Fukushima che ci vincola negli spostamenti e negli aiuti. La benzina è razionata, ma abbiamo tra di noi un volontario con un permesso speciale che ci permette di farne un po’ più del consentito per le emergenze, e ci sono aree in cui è vietato l’accesso per pericolo di radiazioni.

Come vengono aiutati i cani e i gatti scampati al disastro?
Nelle prefetture di Chofu e Saitama sono stati allestiti dei campi per gli evacuati. Si parla di oltre mille persone per ogni tendopoli emolte di queste persone si sono portate dietro il loro cane o gatto. Non potendolo far entrare nella tendopoli lo lasciano in auto all’esterno ma la loro situazione sembra essere destinata presto a cambiare visto che questi campi verranno smantellati presto e nessuno sa dove verranno portate queste persone e che fine faranno i loro pets.


Avete avuto qualche aiuto dalle autorità?
Decisamente si. Nella prefettura di Aigo ci hanno aiutato a dare un rifugio ai cani ritrovati senza padrone. Per questa particolare circostanza faranno un’eccezione alla regola che gli permette di sopprimere i cani dopo cinque giorni. Questo centro è molto grande ed ha diversi veterinari che possono aiutare cani e gatti. Nella prefettura di Miyagi, quella più duramente colpita dallo tsunami, è ancora disponibile un ulteriore centro e il veterinario che lo gestisce si è reso disponibile ad ospitare i pets in caso di sovraffollamento del rifugio di Aigo.

Il Giappone è molto grande, come fate a trasportare tutti quegli animali lontano dalle zone a rischio?
Attualmente stiamo organizzando due viaggi piuttosto impegnativi. Uno ha come partenza Sendai, nella prefettura di Miyagi. Mentre cerchiamo un punto in cui allestire un rifugio che possa rimanere li a tempo indeterminato abbiamo organizzato un trasferimento verso Osaka via treno grazie all’aiuto di un’altra associazione animalista la Niigata Animal Garden. Gli animali che non potranno essere trasportati in treno verranno portati via in aereo, sempre con destinazione Osaka o Tokyo.

Quali sono le difficoltà maggiori che state incontrando?
Parlando di problemi di alta difficoltà senza dubbio c’è quello della zona off-limits attorno alla centrale nucleare di Fukushima. L’area ha un raggio di trenta miglia e al suo interno vi sono moltissimi cani e gatti vaganti, non si sa se randagi o se i loro padroni non sono iusciti a portarli con se al momento dell’evacuazione. Purtroppo le radiazioni sono molto elevate e non ci è permesso di entrare nemmeno protetti dalle apposite tute. Nello specifico ci sono i problemi delle singole persone. Ad esempio un allevatore è rimasto senza elettricità e acqua ma si rifiuta di farci salvare i suoi oltre cento cani e intende proseguire con la sua attività. Un contadino ha degli animali che stanno morendo di fame, il suo vicino (oramai scappato) ha del cibo per cani in grandi quantità ma lui si rifiuta di prenderlo senza permesso. C’è anche il discorso che molte persone si rifiutano di infrangere qualche regola, anche in casi come questo, e una ragazza verrà allontanata da un dormitorio di Ishinomaki, nella prefettura di Fukushima, perché li gli animali non sono ammessi e lei ha con se un labrador e due gatti salvati dalla strada.

Foto|Flickr

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