I gatti neri e la “macchia della Madonna”
È uscito da poco l’ultimo libro di Adriana Zarri che ha per titolo Un eremo non è un guscio di lumaca. Il libro – come leggiamo su Booksblog – narra dell’esperienza umana e spirituale di Adriana Zarri, recentemente scomparsa, che, tra l’altro, era anche una gattara doc.Non è un libro sugli animali, ma in un […]
È uscito da poco l’ultimo libro di Adriana Zarri che ha per titolo Un eremo non è un guscio di lumaca. Il libro – come leggiamo su Booksblog – narra dell’esperienza umana e spirituale di Adriana Zarri, recentemente scomparsa, che, tra l’altro, era anche una gattara doc.
Non è un libro sugli animali, ma in un modo o nell’altro i nostri amici pelosi c’entrano: in copertina campeggia una sorridente Adriana Zarri che tiene in braccio il suo gatto Malestro, qua e là si parla di questo o quell’animale domestico, dei gatti soprattutto. Ci sono anche alcune foto della Zarri nel suo eremo tra cui una con i suoi conigli.
Eccone un passo che riporta una curiosità sui gatti neri: la cosiddetta macchia della Madonna:
Con me vive l’Arcibalda. Questo è il nome di una miciona che ha pure la macchia della Madonna. Non sapete cos’è? Ve lo dico subito. Nel medioevo i gatti, specie se neri, venivano perseguitati, ma dovevano essere tutti neri. Solo se avevano qualche macchia di colore diverso si salvavano; e questa macchia che salvava loro la vita si chiamava appunto macchia della Madonna. La mia Arcibalda ha la macchia della Madonna: un ciuffetto di peli bianchi sotto la gola. Quando l’usco di casa resta aperto, si infila dentro, da una cosa e salta sul mio letto dalla parte dei piedi, poi camminando ne percorre tutta la lunghezza e viene a strusciare il muso sul mio viso. Io la bacio tra le orecchie e lei mi ricambia con affettuose fusa.
Foto | Flickr