I gatti e i vizi capitali: la lussuria
Il gatto simbolo di lussuria: ne siamo certi?
Dante Alighieri è chiaro: la lussuria è, tra i peccati, quello meno grave. Sebbene nella Divina Commedia la lonza, parente dei nostri gatti, sia identificata come simbolo della lussuria, e nonostante il gatto, associato alle streghe, ne rappresenti la lascivia, tutto sembra indicare che i nostri beniamini siano creature continenti: un paio di volte l’anno si ricordano dell’esistenza del sesso. Ma quelle due volte l’anno… Chi di voi non si è svegliato nel cuore della notte a causa di urla belluine di due maschi in calore? Vi affacciate alla finestra e sembra di vedere, in un vortice di movimento e peli che svolazzano, Taz dopo un massiccio consumo di bevande energetiche. Cercare di separare due maschi che lottano per amore è impossibile, non si sa dove finiscono le zampe di uno e dove inizia la testa dell’altro.
Allo stesso modo, vedrete femmine picchiare in modo selvaggio i maschi, in quello che sembra uno schiaffeggiamento in piena regola. Solitamente, però, le pudiche donzelle cadono, e i risultati si vedono dopo un paio di mesi. Avendo seguito una colonia felina, ho potuto calcolare questo, come risultato: mettiamo 8 femmine che, in un anno e due gravidanze, riescono a portare avanti 4 cuccioli l’una. Trentadue cuccioli. In realtà, non saranno mai 32: bisogna calcolare incidenti con le auto, malattie che la madre ha contratto durante i rapporti coi maschi, eventuale impossibilità di allattare, malattie contratte dai cuccioli stessi. Un’ecatombe. Le buone notizie sono che, se siete gattare di una colonia, finirete sul lastrico per cure veterinarie e cibo, nell’ipotesi per nulla remota che il vostro servizio sanitario locale non vi aiuti.
Il discorso “è la natura, è la selezione naturale” non mi ha mai convinta: le automobili e i maltrattamenti, le sevizie da parte di umani non sono naturali. Un gatto senza padroni, in città, mangia nell’immondizia, non caccia uccellini: lo stato selvatico si è perso, e anche il gatto più ostile agli esseri umani è abituato a interagire con loro. Trovai dei gattini chiusi in una busta di plastica, ancora col cordone: questa è natura? Sono convinta che, se avessi trovato il responsabile e gli avessi chiesto “perché non hai fatto sterilizzare la tua gatta?”, mi avrebbe risposto: “è contro natura”.
Spesso, quando si tratta di sterilizzazioni, il discorso si fa acceso, ma invito chi è contrario ad ascoltare le parole di qualche veterinario, dei volontari che lavorano nei canili e nei gattili, delle associazioni che ogni giorno cercano di trovare una casa ad animali abbandonati, creando incredibili reti di contatti per valutare stalli, affidi, per organizzare staffette che portino gli animali nelle loro nuove famiglie. Queste categorie di persone sono quelle che più amano gli animali, quelle che di tasca propria li curano e li salvano; hanno storie da raccontare che fanno accapponare la pelle, e che ti rovinano l’umore per giorni. E sono favorevoli alla sterilizzazione. Sono persone contro natura?
Foto | Flickr