I gatti di Adriana Zarri: regali e buoni presagi
Adriana Zarri, teologa, scrittrice, pensatrice, adorava i gatti, come abbiamo ricordato in occasione della sua scomparsa. Anche nel volume Un eremo non è un guscio di lumaca, da poco pubblicato da Einaudi, i gatti fanno la loro comparsa:A questo mondo disumano, fatto di direttive e di risultati tangibili, distribuiamo sorrisi, fiori, baci, gatti, musica, sogni, […]
Adriana Zarri, teologa, scrittrice, pensatrice, adorava i gatti, come abbiamo ricordato in occasione della sua scomparsa. Anche nel volume Un eremo non è un guscio di lumaca, da poco pubblicato da Einaudi, i gatti fanno la loro comparsa:
A questo mondo disumano, fatto di direttive e di risultati tangibili, distribuiamo sorrisi, fiori, baci, gatti, musica, sogni, preghiere, gratuità. Questo è il maggiore affronto, la controcultura più profonda.
Ed è proprio un gatto invisibile a dare il benvenuto alla Zarri, quando nel 1975 decide di andare a vivere da sola in un eremo, una vecchia cascina, tra i campi, da risistemare:
E in questa presa di possesso ho scoperto una cosa imprevedibile: poco dopo la soglia della casa, impresse sul cemento delle impronte di gatto, di chissà quanti anni, forse secoli fa. La zampina di un micio – l’animale che amo fra tutti – ha come firmato la mia casa.
Come amante dei gatti, non posso che invidiarla.