I cani sono più intelligenti dei gatti, dice la scienza
Alcuni studi mostrano che i cani sarebbero più intelligenti dei gatti. Peccato che si prenda come termine di paragone l'uomo e il suo dannato vizio di considerarsi il centro dell'universo.
I cani e i gatti sono senza dubbio gli animali domestici più popolari. Con loro condividiamo la vita da tempi remoti: si calcola che con i cani viviamo insieme da quindicimila anni, mentre con i gatti siamo sugli ottomila.
Questa vicinanza che dura nel tempo, nello spazio e negli affetti ha caratteristiche molto diverse: se i cani sono sempre stati indicati come fedeli, i gatti vengono inquadrati come liberi e indipendenti. Forse per questo motivo si sono sempre avute diatribe tra gli amanti dei cani e quelli dei gatti. Diatribe che sono destinate a crescere, perché, secondo uno studio, i cani sarebbero più intelligenti dei gatti.
Julian Kaminsky e i suoi colleghi dell’Università di Portsmouth, nel Regno Unito, sostengo che Fido sia più intelligente di Micio per una serie di motivi. Prima di tutto il cane è capace di rispondere a segnali linguistici associati con determinati oggetti o situazioni; inoltre i cani sono capaci di stabilire delle inferenze, cioè di trarre delle conclusioni. Entrambe queste capacità si riscontrano negli uomini, nei primati superiori, nei delfini e in alcuni parrocchetti.
Lo studio ha preso le mosse da una ricerca condotta da Kaminski nel 2004, quando mostrò a un cane sette dei suoi giochini abituali che venivano identificati con un nome e un altro oggetto con il quale il cane non era mai stato in contatto. Il cane, di nome Rico, riceveva l’ordine di andare a prendere uno dei giocattoli, però veniva usata una parola sconosciuta per il cane, per confonderlo. Kaminski diceva “Sigfried!” e il cane risolveva il problema che gli veniva posto prendendo l’unico oggetto che non aveva mai visto in precedenza e concludendo, quindi, che il suo amico umano volesse proprio quello.
Al contrario, sembra che i gatti non siano capaci di risolvere questo tipo di problemi e la loro intelligenza sembra limitarsi ad attività di sopravvivenza elementare, come quella di cercare la pappa.
In contemporanea un altro studio – condotto questa volta da Sylvain Fiser dell’Università canadese di Moncton – ha mostrato che i cani hanno una memoria migliore dei gatti, almeno a breve termine: gli scienziati, infatti, hanno osservato che un cane può ricordare dove ha visto una fonte di cibo anche se viene distratto dal cibo stesso; i gatti, invece, in una situazione simile, dimenticano subito e cominciano a cercare di nuovo la pappa come se non avessero visto dove fosse.
La cosa discutibile di questi studi è che la misura dell’intelligenza è data dalle capacità umane: un criterio antropocentrico del tutto arbitrario che fa sì che si dubiti delle capacità intellettive e cognitive di cani e gatti. Il solito errore di base, insomma: l’uomo come centro dell’universo e il resto che gira intorno a noi come se fossimo delle divinità…