I cani possono fiutare il cancro? (Fonte Pexels) - Petsblog.it
Gli studi confermano che i cani percepiscono alcune molecole legate ai tumori, ma possono davvero essere utilizzati per la diagnosi?
Il rapporto tra cani e olfatto è da sempre oggetto di grande interesse scientifico. Grazie a un naso dotato di oltre 220 milioni di recettori olfattivi – contro i soli 5 milioni dell’uomo – questi animali riescono a percepire odori impercettibili per noi.
Negli ultimi decenni, diversi studi hanno indagato la possibilità che i cani possano fiutare il cancro, individuando specifiche molecole prodotte dai tessuti tumorali. Sebbene vi siano numerosi aneddoti su cani che hanno segnalato con insistenza lesioni sospette ai loro proprietari – talvolta rivelatesi maligne – la scienza non ha ancora dimostrato con certezza che questi animali possano costituire un metodo diagnostico affidabile.
L’ipotesi che i cani potessero individuare tumori attraverso l’olfatto è comparsa per la prima volta nella letteratura scientifica nel 1989, quando due dermatologi britannici pubblicarono un resoconto su The Lancet. Il caso riguardava una donna il cui cane annusava ossessivamente un neo sulla coscia. Insospettita, la paziente decise di sottoporsi a una visita medica, scoprendo così di avere un melanoma maligno.
Da allora, la ricerca ha cercato di capire se l’olfatto canino possa effettivamente rappresentare un valido strumento per la diagnosi precoce di alcune forme tumorali.
A partire dagli anni 2000, diversi gruppi di ricerca hanno condotto esperimenti mirati, addestrando cani a riconoscere campioni biologici di pazienti affetti da tumori, come urine, fiato e tessuti.
🔬 I principali studi in questo ambito includono:
Questi dati suggeriscono che, sebbene i cani possano percepire particolari molecole tumorali, la loro accuratezza non è ancora sufficiente per essere considerata affidabile in ambito clinico.