Granuloma eosinofilico nel gatto: cause, sintomi e terapia
Oggi parliamo di una malattia molto diffusa, il granuloma eosinofilico nel gatto. Si tratta di una patologia che mette a dura prova il rapporto veterinario/proprietario, in quanto non è guaribile, ma solo curabile.
Il che tradotto significa che con la terapia opportuna si potranno tenere sotto controllo i sintomi del granuloma eosinofilico nel gatto, almeno fino ad un certo punto, ma è difficile ipotizzare una guarigione totale. Ecco dunque che ci apprestiamo a dare un’occhiata a cause, sintomi e terapia del granuloma eosinofilico nel gatto.
Che cos’è e cause
Il granuloma eosinofilico o granuloma eosinofilo felino, che dir si voglia, è una patologia che comprende una serie di lesioni cutanee, molto frequenti nel gatto. Tendenzialmente compare in gatti giovani, anche di soli 2-3 anni di età e accompagna per tutta la vita il gatto, con fasi di riacutizzazione più o meno frequenti.
Purtroppo devo darvi la brutta notizia che la causa è sconosciuta: al momento si ipotizza una trasmissione genetica, quindi ci sarebbe alcune linee famigliari di gatti più predisposte a manifestarlo, ma anche potrebbero essere riconosciute cause allergiche e immunomediate, spesso anche complicate da malattie virali croniche.
Sono tre le forme in cui si presenta il granuloma eosinofilico nel gatto: il granuloma in bocca, l’ulcera indolente sul labbro, il granuloma lineare sul bordo posteriore delle cosce e la placca eosinofilia sull’addome.
Una piccola curiosità: il granuloma eosinofilico è tipico del gatto, non è una patologia del cane, tranne che del Siberian husky dove sono state riconosciute talvolta delle vere e proprie forme di granuloma eosinofilico localizzato in bocca.
Sintomi
I sintomi del granuloma eosinofilico dipendono dalla sede di localizzione:
- granuloma eosinofilico della bocca: il gatto avrà la bocca arrossata con presenza di ulcere dolenti e sanguinanti nei casi più gravi. Il gatto ha dolore, vorrebbe alimentarsi, ma non ci riesce. Si avvicina alla ciotola, ma appena prova a prendere il cibo in bocca urla dal dolore e scappa via spaventato. Spesso è presente anche abbondante scialorrea, mentre frequenti sono le complicazioni batteriche con piorrea
- granuloma lineare: si localizza sul bordo posteriore delle cosce, da ambo le parti o solamente da una. Si manifesta come delle lesioni rilevate, dure, cordoniformi, come tanti granulini rilevati, con perdita di pelo lineare. La cute appare rosa-giallastra
- placca eosinofilica: questa è una lesione rilevata e arrossata, tendenzialmente di forma rotondeggiante e, come anticipavo si localizza sull’addome. Causa un intenso prurito al gatto
- ulcera indolente: si tratta della formazione di ulcere sul labbro, soprattutto su quello superiore, che possono rompersi e sanguinare
Ora, di solito il gatto ha una sola di queste forme, ma non è escluso che le abbia anche tutte contemporaneamente o magari anche solo due insieme. Così come può capitare che un gatto inizi a manifestare prima un granuloma lineare, poi sembra migliorare e poi magari sviluppa un granuloma in bocca o una placca eosinofilica.
Diagnosi
La diagnosi di granuloma eosinofilico normalmente viene emessa tramite la presentazione dei segni clinici, anche se la conferma richiede un esame citologico. L’esame istologico viene suggerito nel caso di lesioni con aspetti atipici e particolari: in questo caso verranno effettuate delle biopsie cutanee.
Terapia
Veniamo alle note dolenti. Essendo una malattia su base allergica, il problema di base sta nel sistema immunitario di quel gatto che reagisce in maniera abnorme agli stimoli: per curarlo del tutto bisognerebbe rifargli da zero il sistema immunitario, cosa impossibile. La terapia base per il granuloma eosinofilico nel gatto è fondata sulle somministrazioni di cortisonici o di ciclosporina per via sistemica, nel tentativo di far guarire la lesione.
Il problema però è che appena questi farmaci finiscono il loro effetto, ecco arrivare delle ricadute. Quando vi viene diagnosticato un granuloma eosinofilico, dovete mettere in conto le ricadute: non si tratta di una malattia dalla quale si guarisce del tutto, esattamente come una persona allergica rimane allergica per tutta la vita.
La frequenza delle ricadute non è preventivabile: ci sono gatti che se la cavano con cicli di farmaci ogni 3-4 mesi, altri in cui non durano neanche un mese. Un tempo si utilizzavano anche farmaci a base di estrogeni per migliorare i sintomi, peccato solo che abbiano notevoli effetti collaterali, per cui non vengono più proposti.
Una cosa che si può fare, però, è tenere i potenziali stimoli allergici al minimo: quindi far mangiare il gatto in ciotole di acciaio o di ceramica e non di plastica, somministrare gli appositi cibi ipoallergenici che vi prescriverà il veterinario, fare un adeguato controllo delle pulci.
La dottoressa veterinaria Manuela risponderà volentieri ai vostri commenti o alle domande che vorrete farle direttamente per email o sulla pagina Facebook di Petsblog. Queste informazioni non sostituiscono in nessun caso una visita veterinaria.
Foto | Digo Souza – Kaibara87 – Rupesh Nanaia