Gli antichi egizi non si limitavano ad adorare i gatti, ma avevano anche una grande affezione per i cani.

Quando si parla degli animali venerati nell’antico Egitto, l’immagine che spesso emerge è quella dei gatti, adorati e rappresentati con grande eleganza nelle tombe. Tuttavia, un’altra creatura a quattro zampe, il cane, occupava un posto altrettanto significativo nella cultura egizia. Non solo erano i compagni fedeli degli uomini, ma avevano un ruolo cruciale anche nella religione, nella caccia e nella protezione domestica.

Aldo PavanAldo Pavan

Aldo Pavan

Il culto degli animali nell’antico Egitto

Il legame tra gli Egizi e gli animali era profondo, con molte creature considerate manifestazioni divine. Mentre i gatti erano venerati come incarnazioni della dea Bastet, i cani non erano da meno. Questi animali simboleggiavano la fedeltà e la protezione, con una forte connessione all’aldilà. Le testimonianze archeologiche, incluse le pitture tombali e i geroglifici, evidenziano come i cani fossero spesso rappresentati accanto ai loro padroni, sia in scene di vita quotidiana che di caccia. Alcuni cani venivano addirittura chiamati con nomi affettuosi come Iknh, Inhb o Iti, incisi su collari decorativi.

Il cane meccanico: giocattolo o amuleto?

Tra gli artefatti più intriganti che dimostrano l’importanza dei cani nell’antico Egitto spicca il “cane meccanico”. Questo affascinante manufatto, realizzato in avorio durante il regno di Amenhotep III, rappresenta un cane in movimento, dotato di una leva che gli consente di aprire la bocca e mostrare una lingua rossa e denti inferiori. Scoperto dall’archeologo Howard Carter, noto per il ritrovamento della tomba di Tutankhamon, questo oggetto è attualmente custodito al Metropolitan Museum of Art di New York. Potrebbe essere stato concepito come un giocattolo, un oggetto cerimoniale o un amuleto protettivo, destinato a seguire il defunto nell’aldilà.

Cani e collari nell’antico Egitto

Durante il Nuovo Regno, i collari per cani divennero sempre più elaborati e ornati. Alcuni di essi presentavano iscrizioni con i nomi degli animali, riflettendo l’affetto che i padroni provavano per i loro compagni a quattro zampe. Nella tomba di Maiherpri, per esempio, sono stati rinvenuti collari finemente decorati con iscrizioni dorate, evidenziando che i cani erano considerati veri membri della famiglia. Le sepolture canine venivano trattate con grande rispetto, e in alcuni casi esistevano interi cimiteri dedicati a loro, dove le famiglie piangevano la perdita dei loro animali come se fossero esseri umani.

Il legame tra i cani e il dio Anubi

Un aspetto affascinante del rapporto tra gli Egizi e i cani è il legame con Anubi, il dio dell’imbalsamazione e della guida nell’aldilà. Sebbene Anubi sia spesso rappresentato con la testa di sciacallo, è probabile che fosse anche associato ai cani domestici. Considerato il protettore delle tombe e colui che accompagnava le anime nell’oltretomba, Anubi giustifica la presenza di cani nelle sepolture, dove questi animali venivano mummificati e sepolti accanto ai loro padroni, evidenziando l’importanza spirituale che rivestivano per gli Egizi.

Published by
Fabiola Russi