Ghiandole surrenali e sacchi paranali nel cane e nel gatto non sono la stessa cosa
Chiariamo subito un concetto: le ghiandole surrenali, le ghiandole perianali e i sacchi paranali sia nel cane che nel gatto sono tre entità ben distinte.
Potrebbe sembrarvi un post strano, diverso dai soliti, ma è bene spiegare il perché ho deciso di scriverlo. In queste ultime settimane ho ricevuto bizzarre richieste di strizzamento delle ghiandole surrenali o di associazioni fra tumori perianali e test per la diagnosi del morbo di Cushing che mi hanno spinto a supporre che ci sia un po’ di confusione anatomica alla loro base. Ho sentito dire da diverse parti che “L’espertissima del parco cani è bravissima a schiacciare le ghiandole surrenali”, il che mi fa pensare o che questa espertissima di anatomia di base non sa nulla o che il fatto che surrenali e perianali terminino entrambe con “-nali” faccia confondere un po’ le idee ai proprietari. Quindi ecco perché andiamo a vedere a grandi linee dove si trovano e a cosa servono le ghiandole surrenali, perianali e i sacchi paranali e perché sia virtualmente impossibile schiacciare le ghiandole surrenali.
Le ghiandole surrenali, queste sconosciute
Fra le ghiandole più bistrattate del nostro organismo ci sono di sicuro le due ghiandole surrenali, note anche come surrene o surreni al plurale. Si tratta di due ghiandole poste in prossimità dei reni, la sinistra è estremamente vicina all’aorta addominale, la destra alla vena cava caudale. Come capirete bene dalla loro collocazione intraddominale è altamente improbabile che anche l’espertissima del parco cani sia in grado di schiacciarle, oltre al fatto che perché mai qualcuno sano di mente vorrebbe schiacciare le ghiandole surrenali? Chiaramente l’espertissima ha fatto confusione con i sacchi paranali (ebbene sì, sono quelli che si schiacciano, non le ghiandole perianali, quindi qui la confusione raggiunge livelli cosmici). Le ghiandole surrenali sono distinte in una parte corticale, quella deputata alla produzione di ormoni come il cortisolo (e in misura nettamente minore anche di ormoni sessuali, ma quasi a livello trascurabile) e una parte midollare, dove vengono prodotte adrenalina e noradrenalina.
Neoplasie a carico della surrenale o iperplasia della medesima a causa di adenomi dell’ipofisi o somministrazione di cortisonici ad alto dosaggio e non correttamente scalati possono portare allo sviluppo della sindrome da iperadrenocorticismo o morbo di Cushing, con alte produzioni di cortisolo endogeno. Talvolta la neoplasia interessa la midollare del surrene ed ecco che si sviluppa un tumore noto come feocromocitoma. Tuttavia è bene ribadire che le ghiandole surrenali non hanno rapporti con le ghiandole perianali o con i sacchi anali.
Le ghiandole perianali e i sacchi paranali
In un precedente articolo avevamo già abbondantemente parlato della differenza fra le ghiandole perianali e i sacchi paranali. Brevemente, ricordiamo che le ghiandole perianali sono numerose e localizzate intorno all’ano, mentre i sacchi paranali sono due e localizzati ventralmente all’ano, con sbocco subito al di là dello sfintere anale. Come si evince, la loro localizzazione è agli antipodi con quella delle surrenali.
Le ghiandole perianali possono andare incontro allo sviluppo di adenomi o adenocarcinomi, spesso subiscono il forte influsso degli ormoni sessuali provenienti dai testicoli dei cani maschi ed ecco perché in caso di adenoma delle ghiandole perineali il vostro veterinario vi consiglierà anche di sterilizzare il cane: essendo questi adenomi stimolati da un eccesso di testosterone, se il cane non viene sterilizzato è probabile che continuerà a produrne degli altri. Si tratta di neoformazioni solide, quindi non è possibile aspirarle in stile liposuzione come immaginano molti proprietari.
I sacchi paranali, invece, posti ai lati dell’ano vengono schiacciati e quindi svuotati o normalmente con il transito delle feci o quando il cane o il gatto sono spaventati o molto eccitati. In alcuni cani di taglia piccola, con condotto stresso, capita che un secreto troppo denso non riesca ad uscire: ecco che il cane comincia a strusciare il di dietro a terra facendo la carriola, nel tentativo di schiacciare le ghiandole. Quello è il segnale del cane per essere portato dal veterinario a svuotare le ghiandole. Talvolta queste ghiandole si infettano (è molto facile che accada perché il condotto escretore sbocca a livello anale, quindi batteri risalgono e infettano la ghiandola) e si creano ascessi molto dolorosi per il cane. In realtà si vedono a occhio nudo, sono gonfiori dolenti, arrossati, caldi al tatto, basta sollevare la coda del cane, ma spesso il cane ha dolore e non si fa guardare bene sotto la coda. I sacchi paranali possono anche sviluppare forme tumorali, spesso si tratta di adenocarcinomi maligni e molto aggressivi. E sono queste ghiandole che vanno svuotate quando il cane non riesce a farlo da solo (non vanno schiacciate se non ce n’è bisogno, altrimenti si rischia di infiammarle ed infettarle), non le ghiandole surrenali e neanche le ghiandole perianali.
La dottoressa veterinaria Manuela risponderà volentieri ai vostri commenti o alle domande che vorrete farle direttamente per email o sulla pagina Facebook di Petsblog. Queste informazioni non sostituiscono in nessun caso una visita veterinaria.
Foto | Jarolyn