
Gatto con alito cattivo? (Fonte Freepik) Petsblog.it
L’alito cattivo nei gatti è un problema più comune di quanto si possa pensare e può essere indice di problemi di salute sottostanti. Quando un proprietario si accorge che il proprio felino ha alito cattivo, è fondamentale indagare a fondo sulle possibili cause. In qualità di veterinaria, voglio offrirti una guida dettagliata sulle origini di questo fenomeno e sugli eventuali rimedi da adottare.
Tipi di alitosi nel gatto: le cause
L’alitosi non è un problema monolitico; esistono diversi tipi e cause che possono portare a questo disturbo. È essenziale comprendere che l’odore dell’alito può variare notevolmente a seconda della patologia sottostante. Ad esempio, un odore dolciastro e marcio può indicare la presenza di stomatiti o gengiviti, condizioni infiammatorie del cavo orale. Al contrario, un alito che ricorda il pesce marcio è spesso associato all’insufficienza renale cronica, in cui i prodotti di scarto si accumulano nel sangue e vengono espulsi anche attraverso la saliva.
Inoltre, un alito con un sentore di acetone è tipico del diabete mellito, una malattia endocrina che colpisce il metabolismo del gatto. È importante notare che l’alitosi può anche derivare da problemi dentali, come tartaro e malattie parodontali, ma anche da condizioni più gravi come tumori orali o ascessi.
Cause, sintomi e rimedi dell’alitosi nei gatti: tutto quello che devi sapere
L’alitosi nel gatto è un problema comune che può avere diverse origini, dalle patologie dentali a malattie sistemiche. Le principali cause includono tartaro, gengivite, stomatite e parodontite, ma anche condizioni più gravi come insufficienza renale cronica e diabete mellito. Talvolta, l’alito cattivo può derivare dalla presenza di corpi estranei nella bocca, ulcere orali o malattie infettive come l’ascaridosi, che conferisce un odore particolare all’alito del gatto. Contrariamente a quanto si pensa, i problemi digestivi raramente sono la causa dell’alitosi felina, poiché il cardias, la valvola che separa lo stomaco dall’esofago, impedisce la risalita di odori sgradevoli.

Quando un gatto soffre di alitosi, spesso presenta anche altri sintomi associati, che variano a seconda della causa sottostante. Se l’origine è un problema dentale, si possono notare gengive arrossate, scialorrea (salivazione eccessiva), presenza di tartaro o ulcere dolorose. Se invece la causa è insufficienza renale, il gatto potrebbe manifestare nausea, vomito, perdita di appetito, pelo opaco, sete eccessiva (polidipsia) e aumento della minzione (poliuria). Nei casi di diabete mellito, si possono osservare segni come forte dimagrimento o obesità, appetito eccessivo (polifagia) e debolezza muscolare dovuta a neuropatie periferiche.
Per contrastare l’alitosi, è fondamentale identificare la causa scatenante e intervenire di conseguenza. Nei problemi dentali, una detartrasi veterinaria e un programma di igiene orale possono essere risolutivi, mentre per l’insufficienza renale si rende necessaria una dieta specifica e una terapia mirata per ridurre i livelli di tossine nel sangue. Nel caso del diabete mellito, la gestione prevede somministrazione di insulina e controllo della dieta. Infine, in presenza di patologie più gravi, come tumori orali o granuloma eosinofilico, sarà necessario un trattamento specifico, che può includere chirurgia o terapie farmacologiche.
Affidarsi a un veterinario esperto è sempre la scelta migliore per individuare la causa dell’alito cattivo e garantire il benessere del proprio gatto. Evitare soluzioni fai-da-te e osservare attentamente eventuali cambiamenti nel comportamento o nella salute generale del felino può fare la differenza nel prevenire problemi più gravi.