Con il termine di gatti ibridi si intendono razze di gatti ottenuti incrociando gatti domestici con felini selvatici. In Italia ricordiamo che è illegale detenere alcune specie di animali esotici e animali selvatici. Quindi non si possono tenere in casa leoni, tigri, pantere, leopardi e via dicendo. Inoltre il Decreto Ministeriale del 1996 (Elenco delle specie animali che possono costituire pericolo per la salute e l’incolumità pubblica e di cui è proibita la detenzione) permette di tenere in casa gatti ibridi solamente dalla quarta generazione (F4) in poi: le generazioni precedenti sono vietate in quanto mantengono troppe caratteristiche selvatiche.
Per ottenere le razze ibride, gli allevatori incrociano fra di loro gatti domestici e animali selvatici. Solo che questi incroci sono sterili almeno fino alla quinta e sesta generazione. Quello che si fa è incrociare i soggetti fertili di tali cucciolate con gatti domestici, fino a riuscire ad avere gatti di razze ibride fertili. A questo punto, si accoppiano fra di loro questi soggetti fertili. Ovviamente, in questo modo, si diluisce la quota selvatica del gatto: si mantengono le caratteristiche esotiche, riducendo progressivamente il comportamento selvatico.
Il che spiega anche perché gli F1 e F2 di queste razze ibride possano arrivare a costare anche 20mila euro, come nel caso del Savannah. Ma non ci sono problemi, perché qui in Italia si possono tenere solamente gatti ibridi dalla generazione F4 in poi.
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Se siete incuriositi, ecco le principali razze ibride di gatti (se ne avete viste altre, segnalatele nei Commenti):
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