Gatti: discriminazioni in condominio
Sembra che la gente e anche gli stessi giudici ignorino la legge 281 del 1991, che sancisce in maniera chiara il diritto delle colonie feline a vivere liberamente sul territorio nonché che le stesse non possano essere spostate se non per motivi di igiene pubblica. Il fatto pare non “sussista” e quindi non voglia interessare […]
Sembra che la gente e anche gli stessi giudici ignorino la legge 281 del 1991, che sancisce in maniera chiara il diritto delle colonie feline a vivere liberamente sul territorio nonché che le stesse non possano essere spostate se non per motivi di igiene pubblica. Il fatto pare non “sussista” e quindi non voglia interessare chi vive nei condomini. La denuncia arriva dall’Aidaa, Associazione italiana per la difesa degli animali e dell’ambiente.
Tanto per dare dei numeri del fenomeno, pare che almeno 700.000 regolamenti di condominio italiani arrivino addirittura a vietare la presenza di animali negli stabili, violando quelle che sono le disposizioni previste sia dalle leggi nazionali che regionali di tutela degli animali che regolamentano diritti e doveri relativi alla presenza dei gatti (e dei relativi proprietari) nei condomini italiani.
Questo emerge dalle richieste di consulenze arrivate nel corso del 2009 al tribunale degli animali di Aidaa e agli sportelli online della stessa associazione: delle 37 mila consulenze di cui si è preso nota nello scorso anno, ben 7 mila riguardano questo problema. Perché circolano nei giardini privati di ville adiacenti il condominio e quindi, col loro passaggio, creano problemi di igiene, anche se si è notato che così come accade per i cani, molto spesso le questioni relative alla loro presenza nascondono rancori tra vicini di casa.
Anche lo scorso anno sono aumentate le richieste di consulenze e conciliazioni al tribunale degli animali di Aidaa cresciute di un 40% rispetto al 2008 segno questo non tanto di un malessere ma di una miglior coscienza dei propri diritti da parte delle gattare – dice Lorenzo Croce presidente nazionale AIDAA – e da parte dei proprietari dei gatti, ovviamente ci sono ancora molti passi da fare, secondo noi i primi da attuare sono l’obbligo del chip anche per i gatti come già avviene per i cani e allo stesso tempo la modifica dei regolamenti di condominio che devono essere normati secondo quelle che sono le leggi e i regolamenti di tutela degli animali.
Ma se molta strada rimane da fare – continua Croce – il 2009 si è chiuso con una importante sentenza del tribunale civile di Milano che si è pronunciato a favore di un gattaro e del diritto di tenere la colonia felina nel condominio, sentenza che è andata oltre e che addirittura permette di sistemare sul suolo pubblico condominiale le casette rifugio per i mici. Di questa sentenza andiamo orgogliosi- conclude Croce- in quanto noi come AIDAA siamo stati considerati come associazione promotrice del diritto di territorialità dei mici essendoci costituiti insieme al nostro amico gattaro
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