Gattari da legare: Voglio due settimane di riposo
Ogni stagione ha i suoi pro e i suoi contro, se sei gattaro.
Amo l’estate. La amo perché, a parte qualche acquazzone, non ho l’ansia della neve e del gelo. Ma, lasciatemi fare la vecchia gattara che si avvia alla terza età, le stagioni non sono più quelle di una volta, con tutti questi nubifragi improvvisi. E non sono più gli stessi nemmeno i media: innanzitutto perché li chiamano “midia”, e poi perché utilizzano l’espressione “bomba d’acqua”, che non si può davvero sentire.
Bene, i nubifragi: il gattaro se ne frega se le vacanze vanno a farsi benedire. Anzi, di solito manco ci va, in vacanza. Il problema è che non ha tregua nemmeno ad agosto. Il clima sembra accanirsi per togliergli anche quel po’ di riposo che si è guadagnato dopo il terribile periodo delle cucciolate (colgo l’occasione per “ringraziare” chi non fa sterilizzare i propri animali).
Negli ultimi giorni l’Italia è stata come sempre messa a dura prova dal tempo e dalla speculazione edilizia, che ha portato a costruire su greti di fiumi e in zone pericolose a vario titolo. Ma il gattaro ha un cruccio in più: gli animali che non hanno modo di difendersi, e che sono nei pensieri solo di sparuti gruppi e individui. Voglio 15 giorni senza pensieri, non di più. Quindici giorni l’anno.
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