Gattari da legare: Una gattara è per sempre
Come punizione per chi si è lamentato del caldo, dopo essersi lamentato della primavera che tardava, è tornato l'inverno.
Da qualche giorno non fa che piovere, e due pomeriggi fa ha fatto una grandinata terribile. Avendo smantellato il condominio per gatti che allestisco ogni autunno nella mia serra, e avendo avuto addirittura l’ardire di posizionare nella stessa una serie di piantine aromatiche che costituiscono il mio orgoglio, sono stata punita anch’io.
Lo scatenarsi della tempesta mi ha spinta a organizzare mentalmente una tendopoli d’emergenza, ma subito dopo mi sono rilassata, pensando che i gatti hanno i loro mille ripari segreti e che, in ogni caso, la bufera era già in atto. Almeno fino al suono inconfondibile del miagolio di un gattino piccolo. E questo da dove è uscito? Apro la porta e mi correggo: e questi tre da dove sono usciti?
In un attimo capisco perché istintivamente accumulo cartoni vuoti: ne prendo uno, lo rivesto, lo doto dell’imprescindibile maglietta dismessa, asciugo gattini e madre (ecco perché ultimamente vedevo spesso questa gatta aggirarsi nei dintorni…) e metto tutti dentro.
Un attimo: la temperatura non mi piace, nella cuccia manca qualcosa! Non avendo una mini stufa a pellet, riscaldo l’acqua e la verso in una bottiglia. Cuccia con riscaldamento autonomo allestita. Dose di croccantini per la puerpera e, finalmente, torno alla realtà: il mio compagno, con la bimba in braccio, che mi guarda con inespresso (a parole) disappunto e rassegnazione: una gattara è per sempre, con o senza prole. Abbandonata ogni speranza, mi guarda e mi fa: “Adesso possiamo andare a letto?”.
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