Gattari da legare: Sto gatteggiando
Quando mi dedico ai gatti (spazzolandoli, cucinando merluzzo dal mefitico odore, giocando, guardandoli stregata) dico, a chi mi accusa di perdere tempo, che sto gatteggiando. Il gatteggio è un’attività a tempo pieno, che richiede passione, dedizione e, soprattutto, spirito di sacrificio. Le vostre relazioni sociali saranno irrimediabilmente compromesse: la gente vi guarderà perplessa e, se […]
Quando mi dedico ai gatti (spazzolandoli, cucinando merluzzo dal mefitico odore, giocando, guardandoli stregata) dico, a chi mi accusa di perdere tempo, che sto gatteggiando. Il gatteggio è un’attività a tempo pieno, che richiede passione, dedizione e, soprattutto, spirito di sacrificio. Le vostre relazioni sociali saranno irrimediabilmente compromesse: la gente vi guarderà perplessa e, se si tratta di persone educate, si limiteranno ad aprire la bocca per commentare, per poi richiuderla immediatamente, mossi da umana pietà.
Il vero problema, infatti, è l’apparente sudditanza psicologica che vi lega ai vostri gatti: non andate in vacanza se non avete persone di assoluta fiducia che se ne occupano (ma in fondo, chi può farlo meglio di voi? Meglio non partire…); vi precipitate a casa perché è l’ora dell’antibiotico per il micino raffreddato, lasciando a metà una cena; dite al commesso del negozio: “no, questo copriletto è bellissimo, ma non lo compro perché il mio gatto ci si farebbe le unghie”. E il momento delle foto sul telefono? Ne vogliamo parlare? Non avendo filmini dalle vacanze da far vedere agli amici (perché in vacanza, abbiamo detto, non ci siete andati), sfoderate il cellulare per far vedere quanto sia divertente quel salto miracolosamente ripreso… Sì, c’è da ammazzarsi dal ridere. O da ammazzarsi e basta.
La gente non ci capisce, ma noi non ci facciamo prendere dallo sconforto: noi siamo gli iniziati, siamo i depositari di misteri che agli altri sono preclusi. Gli eletti, insomma. Gli eletti che puliscono lettiere e spezzettano pesce per la divinità, ma pur sempre eletti. Ed è esattamente per questo che non mi siedo sulla mia fantastica poltrona davanti alla tv: non è mia, è della mia gatta più anziana, che non tollera altri sul suo trono.
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