Gattari da legare: Siamo grandi, noi
Due gattini convinti di essere adulti.
Siccome noi gattari calamitiamo i problemi, dalle mie parti abbiamo adottato un’altra cucciolata con ragazza, pardon, ragatta madre. La fortuna è che, nell’imperscrutabile casualità che mi assegna i vicini, sono sempre stata miracolata. Così, sia io che la mia vicina siamo potute andare in vacanza alternandoci nella cura dei gatti. Al mio ritorno, però, c’era stata un’aggiunta alla cucciolata: un gattino nero meraviglioso, abbandonato dalla madre.
L’ultimo arrivato ha quattro settimane circa, un paio meno degli altri. L’incredibile figlia tredicenne dei vicini ha fatto turni assurdi per nutrire il piccolo ma, per fortuna, la ragatta madre ha adottato anche il microgattino. L’aiuto maggiore, però, è venuto da uno dei piccoli della prima cucciolata; mentre i fratelli scappano appena ci vedono e si cibano solo di latte, lui trotterella sicuro per tutto il giardino. Mangia i croccantini degli adulti, si mischia con loro nel riposino pomeridiano, beve nella ciotola dell’acqua pur non arrivandoci e finendoci sempre dentro, si sdraia su un fianco e si lecca con diligenza, pur non avendo molto equilibrio e rotolando ovunque.
Da qualche giorno è diventato l’idolo del microgattino, che lo segue e cerca di imitarlo mangiando i croccantini come lui, guardandolo rapito, dandosi arie da adulto nel seguirlo dappertutto. Ogni tanto il gattino più grande lo prende a sberle e lo attacca alla gola, ma quella pallina nera è troppo piccola e ancora non riesce a giocare. Gli altri cuccioli li guardano perplessi: il fratello è chiaramente il bullo del quartiere. Loro si rifugiano sotto la madre mentre lui se ne va in giro con l’aria di Marlon Brando. Se lo vedessi fumare, non mi sorprenderebbe. Mi ricordano il bulldog Spike e il terrier Chester, dei Looney Tunes. La differenza è che stanno entrambi in una mano.
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