Gattari da legare: Royal Rumble
Prove di caccia: successi e fallimenti di una cucciolata.
Il Royal Rumble è un importante appuntamento del wrestling. Io non capisco molto di wrestling, so solo che i lottatori se le danno di santa ragione ma non li vedo mai con un livido, mentre io lavo le scale e mi ritrovo con le gambe e le braccia blu. Chi ha avuto a che fare con dei cuccioli di gatto, comunque, dovrebbe avere un’idea di come si svolge un match tipico. La fase “wrestling” inizia generalmente verso il secondo mese, dipende dalla cucciolata. Fino a quel momento, i gattini hanno imparato a sbranare animali veri o presunti e a dare schiaffoni e morsi al sedere dei fratelli e alle loro gole.
Il primo sintomo che indica il cambio di addestramento è il “salto scoordinato a quattro zampe con coda dritta e occhi fuori dalle orbite senza alcun motivo apparente”. Per comodità, il “salto”. Il salto viene effettuato all’apparire di un fratello, di un croccantino aggressivo, di una foglia secca o di una mosca. I primi tentativi, solitamente, terminano con una perdita di equilibrio. Una volta padroni della tecnica, i salti passano da passivi ad attivi: due o più fratelli, dopo un duello o un triello di sguardi, anziché spararsi si lanciano col petto proteso, schiantandosi l’uno contro l’altro e finendo sulla schiena, aprendosi come un fiore appassito.
Il movimento ricorda quello di due lottatori che salgono sulle corde del ring e si lanciano sull’avversario, ma il risultato è, se possibile, anche meno dignitoso. Non accettando l’inutilità del gesto, i gattini si rialzano come se fossero tutti vincitori, si guardano rapidamente intorno per assicurarsi che nessuno sia testimone della disfatta e, tirando indietro le orecchie, corrono senza alcun motivo in tutte le direzioni.
Dopo una settimana circa la tecnica si affina, e i cuccioli capiscono che non ha senso saltare tutti insieme: chi si fa cacciatore, si lancia dai vasi (perché no? Le piante che avrebbero potuto ostacolarli sono state fatte tutte fuori!) sulla preda di turno. E così, seduta nella mia cucina leggermente sopraelevata rispetto al giardino, vedo solo gatti saltare su e giù, come spinti da qualche geyser invisibile. Sembra uno di quei giochi da luna park, con oggetti che a casaccio spuntano da dei buchi e che vanno colpiti a martellate. Solo che, invece delle martellate, il gattaro deve afferrarli al volo a sbaciucchiarli. Adesso ho un po’ di paura, però: stanno imparando ad arrampicarsi sugli alberi. Devo ricordare di mettere una bacinella in testa quando vado in giardino: la considerazione che i vicini hanno del mio equilibrio mentale non potrà di sicuro peggiorare.
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